Volevo lavorare ad una vendemmia. Lavorare all’aria aperta. Respirare aria buona, ossigenare la mente, schiarire le idee. Osservare, imparare, valorizzare la fatica, impegnarmi con la natura. Stancare il fisico e non la mente. In silenzio.
Da agosto cercavamo con Laura qualcuno che avesse bisogno di 4 braccia. Piombino, Suvereto, Bolgheri, Montescudaio, Scansano, Franciacorta, Chianti, Montalcino. Raccolte di frutta e di verdura. Periodi brevi e intensi, dove si lavora tanto e si guadagna abbastanza. E invece niente, nessuna richiesta, nessuna risposta. Dopo aver girato i vari centri per l’impiego, centri iterinali per lavori temporanei, kijiji, ebay annunci lavoro, google, e sparso la voce ovunque, ecco che salta fuori il contatto giusto. Dopo 2 mesi, a Venezia. Cose strane accadono a volte.
Montalcino non è solo un paesino di montagna. E’ sinonimo di qualità. Qualità del vino, del cibo, dell’aria che si respira. E’ un marchio di garanzia riconosciuto e tutelato in tutto il mondo. Vendemmiare a Montalcino aumenta l’autostima. La consapevolezza che la raccolta diventerà vino pregiato è uno stimolo in più per lavorare bene, con passione.
Svegliarsi alle 6 per arrivare puntuali alle 9, il viaggio, la spiegazione del lavoro. La selezione e la scelta dell’uva migliore. La raccolta completa. L’attesa del pranzo, momento sacro, condiviso con gioia da tutti quando la fame prevale su qualsiasi altro compito ed insieme ci incamminiamo a tavola. Arrivare a casa violacei, odoranti di mosto, appiccicosi, con la schiena che implora riposo.
E quando il fisico implora riposo, la mente lo segue. A scapito della musica, del blog, delle altre cose. Perché non si può fare tutto. Ascoltare nuovi dischi, selezionare la musica giusta, provare a comporre…scrivere. La quantità va a scapito della qualità. Sempre.
Ergo, che non è una parolaccia, il blog va in pausa per qualche giorno…nel frattempo, in casa Solforetti si assapora il capriolo di Fabiano e si degusta il Brunello di Francesco “made in Piombaia”.
Marco Solforetti