Quando la musica incontra il cinema:Piero Umiliani

SoundPlay è una rubrica musicale. Più musicale delle altre perché si concretizza con una playlist. Possiamo parlare di musica quanto vogliamo, ma se non ci lasciamo trasportare dai suoni stessi, diventa quasi inutile e superfluo parlarne.

Sulla scia del Festival di Venezia71 e del lavoro svolto per Desplat,  soundPlay inizia con un omaggio ad un grande artista italiano, Piero Umiliani.

Nell’immaginario collettivo si conosce Piero Umiliani attraverso la grande quantità (e qualità) di composizioni per il cinema e per la sincronizzazione della sua musica con numerosi spot pubblicitari.

La realtà vuole che Umiliani sia stato in primis un grande jazzista, un musicista di talento e versatilità, con una formazione classica che, ascoltando le lezioni di Duke Ellington e dei padri del jazz, intraprende una via propria di sperimentazione.

Una via ricca di  avanguardismo, sostenuta dalla un manipolazione di suoni,  una vera e propria guida per il compositore e per l’arrangiatore moderno.  Questa avanguardia la si nota prima di tutto nel modo in cui Umiliani progettò il suo studio, sottoponendolo ad un trattamento acustico che gli permise registrazioni multi traccia. Fu uno dei primi in Italia ad innovarsi nell’uso di strumenti innovativi come Moog, Mellotron, Synthi e Synth Putney VCS 3, sintetizzatori che passassero successivamente nelle mani di musicisti quali Brian Eno, Kraftwerk, Aphex Twin.
Soprattutto attraverso etichette proprie come Omega e Omicron e con la sala d’incisione Sound WorkShop, è stato anche l’iniziatore della cultura indie e del concetto moderno di creator owned. Ciò gli ha permesso un’ ampia libertà in lavori di sonorizzazione del cosiddetto filone library music.

Considerato un precursore della cocktail generation, della lounge music, dell’elettronica, dell’afrobeat, della  jazz rock progressive, dell’easy listening, Umiliani è riuscito perfettamente a comporre e far interpretare all’orchestra generi differenti: country, folk, ballads, funk, blues, jazz, calypso, mambo.
La sua arte ha un’elevata capacità di ricercare sempre modi differenti di assemblare la strumentazione ed arrivare, osando, a soluzioni musicali fresche, spiazzanti, vivaci, moderne.

Nel mondo della Musica Leggera, la canzone è come una pietanza e l’arrangiamento è il suo condimento. Io ho cucinato una salsa piuttosto piccante ma non troppo indigesta.

In effetti questa sua metafora rende bene l’idea del suo modo di lavorare. Alcune colonne sonore hanno lo stesso tema, che viene ripreso, reinterpretato e ri-arrangiato in modo dare l’impressione che ci sia sempre un filo conduttore trasversale. In realtà il filo conduttore è la stessa melodia mascherata sotto le sembianze differenti dell’arrangiamento.

La modernità della sua musica ha consentito a dj di tutto il mondo di scoprirne il valore, ricercandola nell’immenso repertorio di colonne sonore e sonorizzazioni. I pubblicitari continuano ad aggiudicarsi i suoi temi per gli spot e artisti come Cinematic Orchestra, Pizzicato Five, Gak Sato, Kid Loco, DJ Spooky si adoperano nell’arte del remix, campionando e reinterpretando i suoi brani.

Piero Umiliani nasce a Firenze il 17 luglio 1926. Laureatosi in giurisprudenza nel 1948 all’Università di Firenze, più per rispettare una volontà dei genitori che per vocazione, si iscrive al Conservatorio Luigi Cherubini dove si diploma in Contrappunto e Fuga nel 1952. Per evadere musicalmente è costretto, durante l’adolescenza, ad ascoltare di nascosto le trasmissioni jazz trasmesse dalla radio svizzera. Fare un elenco di tutta la sua produzione è davvero arduo. Tuttavia, ho cercato di comprendere tutto il suo eclettismo  in una playlist, un riassunto sonoro da ascoltare con cura.

Buon ascolto !
Marco Solforetti

Leave a Reply