Spotify soundguru

La Apple ha creato un punto zero nel mondo della musica, rivoluzionando  in un colpo solo il modo di comprare, ascoltare e gestire la musica. Oggi stiamo vivendo un’altra rivoluzione simile senza che nessuno se ne renda conto.  Che cosa sta succedendo? Quale evoluzione e rivoluzione sono in atto ?

 

Andiamo per ordine. Nel 2003, dopo Sound Jam e dopo iTunes,la Apple lancia iTunes Music Store, un negozio virtuale di musica, supportato dal catalogo delle cinque maggiori case discografiche, BMG Music, EMI, Sony Music, Universal e Warner Bros. Insieme, le major offrono un repertorio di più di 20 milioni di canzoni. Ogni canzone può essere acquistata e scaricata in media ad 1 euro, può essere preascoltata gratuitamente per 1 minuto e 30 secondi, e masterizzata un numero infinito di volte.

Con iTunes Music Store cambia immediatamente il potere decisionale d’acquisto. La possibilità di acquistare un solo brano, estrapolandolo da lp o compilation, è devastante per il mercato discografico. Compro quello che mi piace e non quello che mi viene imposto. Esce un album con solamente una o due canzoni che mi piacciono? Non devo più comprare il disco, o il cd, o la musicassetta a cifre esose. Compro il brano singolo, o comunque tutte quelle che più gradisco. Spendo 2 euro invece che 20, effettuo il download e le metto in un archivio per poi masterizzarle su un cd. Quale archivio? Ecco la seconda rivoluzione. La gestione della musica.

La compilation nasce con il vinile ma si sviluppa in modo autonomo con le musicassette e con l’invenzione dello walkman. La musicassetta permetteva di organizzare la propria musica in 60 o 90 minuti, secondo il proprio gusto. Metteva in mano dell’utente finale la facoltà di creare e contestualizzare il proprio mood: estrapolare la musica dal disco, o da altre cassette, e registrarla su un altro supporto magnetico, secondo le esigenze e le mode. Per poi poterla ascoltare, e riascoltare sempre e ovunque.

Quando la Apple ha commercializzato l’iPod,  nel 2001, inizialmente compatibile solo con i sistemi Macintosh, la capienza dell’hard disc interno era di 5 GB. Significava passare da 60 – 90 minuti della audiocassette a svariate ore di musica da poter ascoltare in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo. L’anno successivo, la Apple raddoppiava la capienza a 10GB, aprendo la compatibilità ai sistemi windows. Da quel momento in poi, l’accesso al proprio archivio di musica, è diventato accessibile a tutti. L’utente aveva la possibilità di trasferire tutta la propria musica sull’ iPod, organizzandola con playlist suddivise e nominate per generi, autori, oppure altre etichette personalizzabili.

La terza rivoluzione riguarda la fruizione dell’ascolto.La possibilità di poter ascoltare ovunque la musica implica un’altra trasformazione culturale vera a propria. Lo walkman ha spianato la strada, indirizzando la richiesta del mercato verso un bisogno maggiore di spazio, e quindi di tempo, sui supporti mobili.  Ma l’introduzione della musica liquida ha liberato la stessa dai supporti fisici, donandole autonomia, flessibilità di utilizzo, internazionalità. Con mio lavoro di sound design e dj, ho potuto vivere e analizzare tutta questa evoluzione, sia da un punto di vista professionale, che ludico, riuscendo ad inquadrare e schematizzare i momenti precisi di tale cambiamento.

Un passo successivo lo stiamo vivendo, senza che molti se ne rendano conto, con la creazione dei portali streaming on-demand come Spotify, Deezer, Rdio… Che cosa sta succedendo? Quale evoluzione e rivoluzione è ancora in atto?

Spotify cambia di nuovo il modo di acquistare, gestire, ascoltare la musica.
Spotify elimina l’acquisto, il download e lo stoccaggio di musica. Si accede con un clic ad un archivio di circa 20 milioni di brani, in modo gratuito, oppure pagando 10 euro al mese se si vuole una buona qualità audio e non si vogliono interruzioni pubblicitarie.

Dopo aver effettuato la registrazione si può immediatamente accedere alle nuove proposte, oppure al database e ricercare i brani per artista, album, titolo, etichetta e genere.

L’utente ha la gestione immediata e la possibilità di creare playlist “ad hoc”e di organizzarle in modo sequenziale o ad albero, modificarle quando e quanto vuole. Oppure di generare playlist casuali con la funzione radio, oppure integrando la funzionalità con last fm. Inoltre, la compatibilità con Facebook, permette agli utenti di Spotify di inviare o condividere le canzoni, o accedere alle canzoni o alle playlist preferite dei propri amici.

Non c’è più bisogno di comprare i brani, non c’è più bisogno di scaricarli sul proprio hard disc e di masterizzarli nei vari dispositivi.  Non c’è più bisogno di copiarli sulle memorie fisiche ed in qualsiasi luogo e momento, previa una connessione internet, c’è l’accesso immediato a 20 milioni di canzoni.Pazzesco.

Spotify è stato sviluppato a partire dal 2006 anche se il programma sarà distribuito pubblicamente il 7 ottobre 2008. Nel giro di pochi anni ha spazzato via la concorrenza e fatto traballare un colosso come iTunes, arrestando per la prima volta quest’anno la crescita del colosso e mangiando pian piano una bella fetta di mercato. Non ci vuole molto per capire dove andrà il mercato.

Provare per credere :

sito Spotify :
https://www.spotify.com/

Spotify  personale di Marco Solforetti tutto da ascoltare:  
https://play.spotify.com/user/11124112008

 

Marco Solforetti

 

Quest’opera è distribuita con licenza Creative Commons
attribuzione non commerciale
condividi allo stesso modo 2.5 Italia.

c.commons

 

Leave a Reply