La musica è bella ma non tutta. Non sempre. Siamo sempre di più circondati da suoni e rumori, jingle e spot, urlatori e urlanti, suonatori e suonerie, tanto che spesso imploriamo il silenzio.

Non ricordo brutti momenti accanto a chi con la musica ci convive e ci lavora. Difficilmente ho implorato il silenzio. Tuttavia, esiste una categoria che il silenzio non lo rispetta mai, soprattutto in auto. La musica, quella vera, non la conosce proprio. Stiamo parlando dei suonatori di clacson.

Chi non ha mai avuto l’occasione di trovarlo nei pressi di un semaforo, di uno stop, o percorrendo una corsia parallela? Il suonatore di clacson è sempre in agguato.

Pronto ad intromettersi maleducatamente mentre stiamo canticchiando un motivetto alla radio, pronto a ricordarci che è appena scattato il verde, pronto a segnalarci che forse, in un futuro imminente, potremmo invadere la sua corsia. Il silenzio spesso lo imploriamo in auto.

Possiamo incorrere nel suonatore timido, che ci avverte timidamente con un beep che qualcosa non gli aggrada. Se si accorge che non lo abbiamo sentito lo ripete, ma sempre timidamente. Se rispondiamo smette subito.

Possiamo incontrare il suonatore ansioso. Dopo il primo beep ne aggiunge subito un altro per paura che uno non basti.

C’è poi il compulsivo, che di beeeeeep ne emette subito due ed anche prolungati. E’ più forte di lui, il clacson gli garba proprio.

Il maniaco ossessivo invece distribuisce beep in continuazione per paura che per primi lo facciano gli altri e perché pensa che tutti ce l’abbiano con lui. Poverino !

L’apprensivo si fa perdonare subito: dopo aver lanciato la sfida alza la mano e chiede scusa per aver disturbato. E’ il più educato di tutti.

Anche il timoroso alza la mano come l’apprensivo. Non per paura di aver disturbato ma per paura di una reazione. Se rispondi scappa veloce, anche col rosso.

L’ iracondo è quello che mi piace di più, il più teatrale: al beep fa seguire una serie di insulti, spesso urlante con la testa fuori dal finestrino. Conclude con: “In attesta di un cordiale riscontro porgo un vaffa”. Urla un sacco ma come dice il proverbio, can che abbaia non morde.

E fin qui tutto bene. Solo beep, schiamazzi e qualche dito medio alzato. Fino a che non si trovano soggetti che del clacson ne fanno un’ arma e la usano come pretesto per scatenare una lite. Stiamo parlando del suonatore psicotico e del pazzo furioso.

Lo psicotico autoalimenta la propria patologia chilometro dopo chilometro. E’ capace di lasciare la frizione e venirti addosso. D’inverno o peggio ancora d’estate, lo psicotico aspetta una reazione e spera di sfogare tutte le sue ire. E più guida, più fa caldo, più diventa pericoloso. Se trovi lo psicotico ad Agosto, la vacanza può trasformarsi in tragedia.

Anche il furioso è pericoloso. C’è un’alta probabilità che tale soggetto non aspetti la reazione e che in un attimo scenda dall’auto, urli ingiurie e ci percuota lo sportello con calci e pugni. Non importa se è fermo da un’ora in mezzo al traffico o se è appena partito. Estate e inverno lui è così, sempre pronto. In questi casi si sentono le urla e il clacson ma di musica si parla poco. Prova a inveire contro il furioso che scende di macchina, spiegandogli che ti ha disturbato mentre ascoltavi la Tosca…se apri lo sportello muori, se apri il finestrino muori…solo se hai accanto un amico pugile, oro olimpico a Pechino nel 2008, puoi provare a fargli aprire la portiera e chiedere al suonatore furioso un parere: la Tosca è più bella cantata dalla Callas o da Placido Domingo?

Anche con lo psicotico che lascia la frizione e ti spinge non è semplice. In questo caso siamo noi che dobbiamo scendere e controllare se c’è un danno. Se non c’è l’amico olimpico a Pechino, invece che con un cid in mano è sempre meglio scendere con un cd e poi chiedere lo stesso parere: secondo lei, suonatore psicotico, la Tosca è più bella cantata dalla Callas o da Domingo ? Solo dopo aver ascoltato il parere, controllare il danno.

Il suono del clacson è un suono Curioso. O si ama o si odia. Ogni giorno dobbiamo subire violenze, soprattutto in auto. E difficilmente abbiamo un amico, campione olimpico di boxe, che viaggia con noi.

Come dicevamo la musica è bella ma non tutta e non sempre, soprattutto se proviene dall’auto…degli altri.

Marco Solforetti

Tratto da graffio magazine n° 40

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