musica e produttività

L’effetto dell’ascolto di musica sulla produttività a lavoro

Teresa Lesiuk, Università del Windsor, Canada

Traduzione: Stefania Palumbo

La ricerca ha analizzato l’influenza dell’ascolto di musica sulla positività dell’umore, la qualità del lavoro e il tempo di svolgimento dei compiti assegnati a sviluppatori di sistemi software

Gli effetti dell’ascolto di musica sulla produttività, nel caso in esame di software design, possono essere ricondotti ad un aumento dell’umore positivo.

I dati sono stati ottenuti da un campione di 56 sviluppatori (41 uomini e 15 donne) appartenenti a 4 diverse software house canadesi. I dati sono stati raccolti sul posto di lavoro in un lasso di tempo di circa 5 settimane.

I risultati hanno sottolineato come l’umore positivo giochi un ruolo fondamentale e come la qualità del lavoro svolto fosse minore in assenza di musica. Inoltre, il tempo impiegato per portare a termine un compito era maggiore quando la musica veniva rimossa.

I dati hanno inoltre rivelato il ruolo positivo che l’ascolto di musica gioca nel modificare l’umore e nell’aumentare le capacità di percezione utili nel processo creativo. La prova di queste affermazioni è rappresentata graficamente dalla parabola che ha misurato la musica nel processo di crescita in positivo dell’umore.

In conclusione

Questa ricerca ha contributo allo sviluppo di un modello che aspira a fornire informazioni riguardanti l’interazione tra musica e luogo di lavoro, così come anche le sue implicazioni nelle pratiche organizzative.

Parole chiave: Umore, computer software design, creatività, stato d’animo, psicologia della musica, produttività, stress causato dal lavoro

Produttività e qualità del lavoro

Nel settore dell’informatica produttività e qualità del lavoro possono essere misurate con la creatività impiegata nello sviluppo di un determinato software. La creatività intesa come quella capacità in grado di produrre un’opera innovativa e appropriata alle richieste (Sternberg e Lubart, 1999) che a volte può essere influenzata negativamente dallo stress e da determinati sentimenti.

È stato dimostrato come sentimenti positivi tenui possano influenzare positivamente l’organizzazione del materiale cognitivo e quindi la creatività.

Un effetto benefico dell’ascolto di musica sulla realizzazione di compiti può essere spiegato con miglioramento dell’umore (Isen, 1999; Schellenberg, 2001; Thompson e altri, 2001).

Quando la musica crea un mood piacevole:

contribuisce all’ aumento dello stato di eccitamento e i lavoratori rendono di più su compiti non legati con la musica.

Inoltre, questo contesto:

offre il terreno utile ad un aumento della capacità di probelm solving creativo e della performance dei lavoratori,

nel nostro caso, di sviluppatori di software.

Gli sviluppatori di software

Lo sviluppo di sistemi informativi per computer rientra in un settore più ampio, che è quello dell’IT, un’industria competitiva, in continuo cambiamento e che richiede costantemente approcci creativi per lo sviluppo dei software.

È stato dimostrato come la moda del “ridurre il personale” o di “riorganizzare l’azienda” generi alti livelli di stress negli sviluppatori di software, tanto da causare delle conseguenze dannose nel processo di design degli stessi. (Glass, 1997; Wastell e Newmann, 1993).

Stadi di stress in tutti gli stadi del processo di sviluppo del software

Fujigaki (1993) ha individuato livelli di stress in tutti gli stadi del processo di sviluppo del software, che si sviluppano in forme diverse e in due fasi differenti.

Durante la fase di individuazione delle basi e di design del software (incluse le fasi di pianificazione ed elaborazione) lo stress si manifesta con alti livelli di ansia e depressione; mentre durante la fase dei codici, lo stress si manifesta con un alto grado di irritabilità e calo del morale.

Inoltre, Fujigaki tende a sottolineare come il design dei sistemi operativi sia soggetto ad errori causati da stress. Lo studioso, infatti, ha sottolineato come il 42% di tutti gli errori ritrovati nei software, siano collegati allo stress dello sviluppatore perché “…il pensiero profondo volto alla ricerca dei problemi in uno spazio immenso, sforzo che è richiesto nella fase di elaborazione del software, è facilmente influenzabile dallo stress, che causa delle imprecisioni nel processo investigativo (p.34).

Musica e stato d’animo

Le già esistenti teorie riguardanti musica e stato d’animo avevano già evidenziato gli effetti generati sugli individui in seguito all’ascolto di musica. Le teorie odierne, costruite sulle teorie passate, aiutano a delineare un quadro generale dell’ascolto di musica sul posto di lavoro.

Fiske (1996) ha smantellato con chiarezza la credenza comune secondo la quale “la musica è il linguaggio delle emozioni”. La credenza culturale condivisa sulle emozioni suggerisce come la musica trasferisca informazioni tra gruppi di ascoltatori, senza tener conto dell’esperienza individuale diversa da soggetto a soggetto.

Nella sua critica alle diverse teorie sulla musica e stato d’animo (vedi Kivy, 1990; Langer, 1967; Meyer, 1956), Fiske giunge alla conclusione che un particolare umore generato dall’ ascolto della musica è il risultato di esperienze personali uniche.

Lo studioso approfondisce l’argomento chiarendo la differenza tra la risposta estetica e lo stato d’animo dell’ascoltatore dopo l’ascolto di un brano.

In altre parole:

le risposte in materia d’umore sono il risultato della proiezione delle esperienze passate e delle convinzioni personali (intrise di un contenuto emozionale inconscio) unite all’esperienza degli eventi tonali e ritmici presentati da un determinato brano musicale.

Al contrario, la risposta estetica è il risultato della comprensione generale che l’ascoltatore ha dello schema tonale ritmico del brano proposto.

Numerosi studi hanno dimostrato come l’esperienza di ascolto musicale generi dei picchi nell’esperienza del sentire (Goldstein, 1980; Panksepp, 1995).

Sloboda (1991) ha esaminato i picchi nell’esperienza dell’ascolto musicale, includendo nella sua ricerca delle risposte emozionali quantitative come eccitazione, brivido, risata, nodo alla gola e lacrime. I picchi delle esperienze collegate a determinate strutture musicali sono stati raffigurati dal ricercatore con l’utilizzo di metafore.

Per esempio la risposta emozionale delle lacrime, generata dalla fine di un brano musicale, può essere raffigurata con una sensazione di perdita o di sollievo. Questo tipo di metafora offre uno sfogo catartico, permettendo all’ascoltatore di imporre il proprio connubio “emozione-storia” sull’esperienza musicale, essendo inoltre, da un punto di vista psicologico, benefico per la motivazione e la considerazione di sé stessi.

Dato importante per lo studio in questione riguarda l’ascolto di musica sul luogo di lavoro

Sloboda ha evidenziato come l’ascolto ripetuto di un brano musicale non diminuisca le forti risposte emozionali.

La musica potrebbe anche svolgere il ruolo di ansiolitico: musica come strumento efficace contro l’insorgere dell’ansia o come misura riduttiva della stessa.
Knight e Rickard (2001) hanno studiato gli effetti della musica “sedativa” sui livelli di stress soggettivi e fisiologici, in seguito a una situazione di stress cognitiva rappresentata dall’incombere di una presentazione orale. Sono stati registrati tassi significativi di stress fisiologici per gli individui che si sono preparati senza musica, mentre la presenza di musica ha limitato l’aumento dell’ansia soggettiva, della pressione sanguigna sistolica e del battito cardiaco.

Inoltre, i soggetti hanno valutato come musica piacevole quella che riusciva a rilassarli in maniera maggiore.

Se paragoniamo tra loro 5 diversi generi musicali, come hanno fatto Stratton e Zalanowski (1984), possiamo individuare una correlazione significativa tra il grado di relax e la preferenza per un determinato brano musicale. Davis e Thaut (1989) hanno rafforzato l’importanza della preferenza di un brano in una ricerca che misurava le risposte soggettive psicologiche e fisiologiche ai brani musicali favoriti e rilassanti. A seconda del genere musicale scelto dagli individui, partecipanti alla ricerca, si riscontrava una riduzione effettiva dell’ansia.

I ricercatori hanno concluso affermando come la preferenza di un brano rispetto ad un altro, il grado di familiarità con quest’ultimo o le esperienze passate ad esso collegate possano avere un effetto maggiore sul miglioramento dell’umore rispetto al tipo/genere di musica. Inoltre, risultati ottenuti dal campione in esame, per quanto riguarda le misurazione fisiologiche, dimostrano come determinate risposte siano, di solito, conseguenti alla preferenza musicale.

Aspetto molto importante per le community degli sviluppatori informatici è il dato riportato da Lesiuk (2000) riguardante la diminuzione dei livelli di ansia in situazioni in cui la musica era utilizzata prima e durante un compito di programmazione.

Durante un corso introduttivo di programmazione informatica, 72 studenti sono stati suddivisi in tre gruppi:

  1. con assenza di musica,
  2. con presenza di musica prima dell’inizio del corso
  3. con presenza di musica prima e durante.

Il compito assegnato agli studenti prevedeva di individuare la sintassi in errori di logica.

I risultati hanno dimostrato un effetto significativo dell’ascolto di musica sui livelli di ansia

Dato più importante: nel gruppo al quale è stata somministrata musica, prima e durante il compito, si è registrato il minor livello di ansia. Non è stata riscontrata, invece, alcuna differenza per quanto riguarda la performance relativa al compito assegnato. Il gruppo 3 ha ottenuto i risultati migliori in entrambi i compiti.

Ogni giorno le risposte emozionali generate dalla musica non possono essere esulate dal contesto sociale nel quale sono immerse. (DeNora, 2001; Hargreaves and North, 1999) .

Silboda e O’neil (2001) hanno approfondito le risposte emozionali generate dalla musica grazie all’utilizzo di un metodo riconosciuto come metodo del campo esperienziale (ESM) nel quale gli eventi del mondo reale sono studiati così come accadono nella vita di tutti i giorni. I partecipanti dovevano indossare dei cercapersone durante le ore di cammino e, venivano convocati in maniera casuale una volta ogni due ore, nell’arco di una settimana. I partecipanti dovevano, inoltre, annotare l’attività che stavano svolgendo su un blocknote con lo scopo di catturare le esperienze emozionali di ogni giorno associate alla musica. La ricerca ha evidenziato come ben il 44% degli episodi registrati abbia coinvolto la musica. Un’analisi dei dati ha anche dimostrato come le esperienze musicali aumentino la positività, la reattività e la concentrazione.

I ricercatori hanno concluso con l’affermazione “la musica fa star meglio”.

Sono state molteplici le ricerche che hanno dimostrato gli effetti benefici dell’ascolto di musica sulla produttività a lavoro. (Fox, 1971; Kirkpatrick,1943; Wokoun, 1969). Presentare degli stimoli esterni attraverso un sistema stereo (musica e radio) è uno dei modi attraverso i quali poter migliorare la performance lavorativa (Oldham, 1995).

Un’analisi delle abitudini di ascolto riguardanti genere musicale, durata dell’ascolto, passaggio da un tipo di musica all’altro ha dimostrato una lieve correlazione con i risultati quali lo stato d’animo degli impiegati e la loro produttività, la soddisfazione lavorativa e l’intento di cambiare lavoro.

L’essere rilassati è sinonimo della relazione tra l’uso dell’impianto stereo e la produttività; l’interferenza dell’ambiente circostante, invece, rappresenta la relazione tra l’uso dello stereo e la soddisfazione organizzativa.

Si è suggerito come la famigliarità con il brano musicale e la somministrazione discontinua potessero avere un grande effetto sul miglioramento delle performance, nella voglia di cambiare lavoro, nella soddisfazione organizzativa e negli stati d’animo. Sono state riscontrate delle differenze individuali nell’analisi degli effetti della musica di ascolto sul livello di ansia degli impiegati e sullo svolgere delle mansioni assegnate.

Suddette differenze individuali hanno rappresentato un importante fattore nel pre test e post test effettuato con il gruppo di controllo dello studio, condotto su un campione di 33 controllori del traffico aereo dell’Associazione Federale aviatori del Ongmont, in Colorado (Lesiuk, 1992). Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a misurazioni di ansia ed estroversione/introversione, unita a un file diagnostico dei livelli di stress prima dello studio effettivo.

I risultati hanno dimostrato come a seconda che il gruppo fosse seduto in silenzio o con musica, il livello di stress diminuiva significativamente nella seconda modalità. Anche se un effetto d’interazione si è verificato con gli individui che manifestavano alti livelli di ansia e introversione, non è stato registrata alcuna diminuzione dello stato di ansia.

Inoltre, si è dimostrato, come nella misurazione dell’attività percepita dei controllori, i soggetti con questa particolare combinazione caratteriale riescano a percepire un maggior livello di traffico areo rispetto alle altre personalità prese in esame. Risulta essere molto possibile che quanto più un individuo ascolti musica o suoni uno strumento, tanto maggiore sarà l’esperienza emozionale generata dalla musica in lui.

Lehmann ha chiamato questa sensitività nei confronti della musica: Training Mediation Hyphotesis

Lo studioso ha approfondito un altro aspetto delle teorie riguardanti la risposta emozionale alla musica, quella dell’affect- transfer secondo la quale le risposte emozionali degli individui emotivamente sensibili sono maggiori. Lehman (1997) ha catalogato i musicisti e i non musicisti secondo le risposte emozionali in seguito ad ascolti di routine e improvvisati. Lo studioso non ha riscontrato alcuna differenza tra i due gruppi per quanto riguarda le misurazioni dell’intensità dello stato d’animo collegata agli eventi di tutti i giorni.

L’ipotesi dell’Affect Transfer non è stata dunque confermata, tuttavia la Training Mediation Hyphotesis ha dimostrato come più ampia è la conoscenza musicale di un individuo, maggiore è la risposta emozionale dello stesso allo stimolo.

Positive affect and task perfomance

I sentimenti positivi tenui possono influenzare il modo in cui il materiale cognitivo è organizzato e quindi influenzare la creatività. (Ashby e altri, 1999; Estrada e altri 1997, Isen 1999; Schellenberg 2001; Thaut 1989).

I partecipanti con un umore positivo, generato da un brano musicale, hanno dimostrato una capacità maggiore di problem solving rispetto a partecipanti con un umore neutrale o depresso (Isen e altri, 1987). Questa ricerca ha dimostrato la grande integrazione o percezione delle relazioni tra gli stimoli provati da soggetti influenzati da lievi sentimenti positivi (come ad esempio la felicità).

Effetto Mozart

I ricercatori (Thompson e altri, 2001) hanno cercato di approfondire un problema ostico che attirava l’attenzione dei ricercatori da anni: il cosiddetto Effetto Mozart.

Recentemente, si è scoperto un lieve miglioramento del ragionamento spaziale (Rauscher e altri, 1993), la credenza comune ha iniziato a diffondere il concetto “Mozart ti rende più intelligente” ed ha persino portato il governo a fornire gratuitamente CD di musica classica ai genitori dei nuovi nati.

Thompson e altri (2001) hanno continuato la ricerca con ulteriori misurazioni di umore e grado di eccitamento, basandosi su scoperte precedenti, secondo le quali alti o bassi livelli di eccitamento o ansia inibivano la performance cognitiva. Gli studiosi si sono concentrati anche su altre scoperte legate alla correlazione esistente tra umore positivo e capacità di problem solving.

I risultati hanno rivelato come l’Effetto Mozart si sia infatti ripetuto in quanto i soggetti che ascoltavano la sonata di Mozart eseguivano in modo significativamente migliore i compiti di ragionamento spaziale rispetto a quelli che ascoltavano un pezzo di Albinoni. Tuttavia:

l’“effetto” generato non è stato attribuito a Mozart ma alle differenze in materia di eccitamento e umore.

In pratica i partecipanti che hanno ascoltato Mozart hanno registrato alti livelli di umore positivo e di eccitamento, rispetto ai soggetti che hanno ascoltato la selezione di Albinoni e quelli in condizione di silenzio.  Si sono registrare misurazione di umore negativo e un grado maggiore di godimento.

I ricercatori, dunque, hanno concluso come uno stimolo piacevole induca un umore positivo e innalzi il livello di eccitamento, che porta a generare dei miglioramenti nello svolgimento dei compiti.

Scopo della ricerca

Questa ricerca si ripropone di analizzare l’effetto dell’ascolto di musica sull’umore e sul modo in cui i compiti dei programmatori vengono portati a termine. La maggior parte delle ricerche già esistenti, in materia di musica sul luogo di lavoro, prevede solo in minima parte i risultati dei comportamenti organizzativi come esito delle esperienze musicali.

Infatti, la maggior parte delle descrizioni musica-luogo di lavoro nella recente psicologia della musica si concentrano sull’ “effetto Muzak”, presentando una correlazione limitata delle interazioni presenti tra lavoratori e ascolto di musica.

Inoltre, la necessità di testare le teorie riguardanti la musica nei luoghi di lavoro continua a persistere ma deve limitarsi per non essere intrusiva nell’ambiente lavorativo.

Lo studio in questione si concentra su un particolare gruppo, quello degli sviluppatori di software, e analizza il ruolo della musica e del sentimento all’interno di un contesto emozionale dinamico. Numerose sono le prospettive di musica e umore rilevanti nella relazione della musica con il lavoratore, tuttavia:

questa ricerca si concentra sull’umore positivo a breve termine generato dall’ascolto di musica.

Metodo

Partecipanti: il campione in esame è formato da sviluppatori informatici (maschi=41 e donne=15) appartenenti a 4 diverse software house situate in due città canadesi differenti. L’età dei partecipanti oscilla tra i 19 e i 55 (M= 32.8) con un’esperienza lavorativa compresa tra i 6 mesi e i 20 anni (M= 6.24). L’educazione musicale dei soggetti partecipanti allo studio va dai 0 ai 15 anni (M= 1.95). È stato registrato anche il tempo dedicato all’ascolto giornaliero di musica, con soggetti che non ascoltano musica a quelli che passano quasi l’intera giornata ascoltando musica (M= 1.72 ore) SD = 2.11 ore).

Metodologia di ricerca

Questo studio rientra negli studi quasi-sperimentali che utilizzano una struttura guidata da tempistica e misurazioni precise. Nel processo di individuazione delle correlazioni naturali tra gli sviluppatori e l’ascolto di musica sul luogo di lavoro, compito del ricercatore è stato quello di minimizzare al minimo l’interruzione che la raccolta di dati può causare nel contesto lavorativo. Cinque settimane prima dello studio sono stati somministrati due questionari: uno volto ad individuare la demografia e l’altro gli umori dei partecipanti.

Le tre variabili dipendenti prese in esame sono state:

  1. umore positivo,
  2. qualità del lavoro svolto,
  3. tempismo nella portare a termine il compito assegnato.

Queste variabili sono state misurare due volte a settimana, con un intervallo di due giorni e in giorni alterni nel corso delle 5 settimane. Definiamo l’umore positivo come il grado al quale un soggetto dimostra entusiasmo nei confronti della vita (Watson e Tellegen, 1985). Inoltre su un diario sono stati registrati i dati relativi alla seconda terza e quinta settimana per registrare l’umore dei partecipanti prima e dopo l’ascolto, la quantità di tempo impiegata nell’ascolto e la loro selezione musicale.

Durante la prima settimana di ricerca (la baseline week) ai partecipanti si è chiesto di comportarsi come se non fossero sotto osservazione. Per esempio, se alcuni di loro erano soliti ascoltare musica, avrebbero dovuto continuare a farlo. L’emozione positiva, la qualità del lavoro svolto e la tempistica nel portare a termine i compiti sono le tre variabili analizzate due volte nella stessa situazione, una nel pomeriggio del lunedì e l’altra nel pomeriggio del mercoledì.

All’inizio della seconda settimana una libreria musicale contenente 65 CD è stata posizionata in prossimità degli sviluppatori. I generi musicali inclusi nella libreria erano svariati: alternativa, classica, country, heavy metal, Jazz, new age, Pop e altri generei racchiusi nella categoria “altro” (come il folk e la musica spirituale). Gli sviluppatori potevano scegliere che tipo di musica ascoltare, scegliendo dalla libreria personale o dalla quella musicale messa a disposizione in azienda. Potevano inoltre ascoltare musica attraverso lo stereo o con un paio di cuffie via computer. AI partecipanti si è detto di ascoltare la musica che desideravano quando lo desideravano. Le stesse istruzioni sono state fornite durante la settimana 3.

All’inizio della quarta settimana la libreria musicale è stata rimossa. AI partecipanti si è chiesto di non ascoltare musica durante la quarta settimana. Ogni partecipante doveva inoltre firmare ogni giorno come conferma di aver seguito l’istruzione impartita dai ricercatori.

All’inizio della quinta settimana la libreria musicale è stata ripristinata insieme ai questionari.

Misurazioni

I tratti emozionali positivi e negativi sono stati misurati attraverso un questionario di 25 domande vero/falso, sviluppato da Watson e Tellegen (1985). La misurazione dei tratti emozionali ha rivelato delle differenze sostanziali nel livello generale affettivo dei soggetti partecipanti. Le misurazioni consistono in 14 influenze negative (NA) e in 11 influenze positive (PA) rappresentate dalla risposta “vero”. Ad esempio, all’affermazione “Sembra come che io stia aspettando qualcosa di piacevole” se contrassegnato dal termine ”vero” viene assegnata la sigla PA, e sarà rappresentativo del grado al quale l’individuo si sente entusiasta, attivo e attento.

Watson, Clark e Tellegen (1988) hanno mostrato come la scheda di analisi delle influenze positive e negative (PANAS), sulla quale questo questionario è stato costruito, è altamente affidabile (il coefficiente oscilla tra .84 e .90). Degna di nota è anche la considerazione che le influenze positive e negative non sono alle estremità opposte di un continuum: ma si presentano come fattori distinti e indipendenti l’uno dall’altro (George e Brief, 1992). Sebbene le misurazioni rilevate comprendano sia le risposte alle influenze positive che a quelle negative, la ricerca riporta soltanto i risultati legati ai tratti generati dalle influenze positive.

Lo stato dell’umore, un’esperienza individuale di una fluttuazione di breve termine, sia positiva che negativa, è stata misurata attraverso il Job Affect Scale (JAS) (Brief et al., 1988). Entrambi gli stati positivi e negativi sono stati riportati su una scala Like (1= estraneamente lieve fino a 7= estremamente forte ). Il JAS che originariamente era un questionario costituito da 20 domande è stato ridotto a 12 (Oldham, 1995) con lo scopo di ridurre il tempo necessario per rispondere al questionario durante l’orario di lavoro.

Gli elementi collegati alle influenze che generano positività registravano forte, eccitato e esultante and registrazioni opposte come assonnato, sonnolento e fiacco. Il punteggio possibile più alto era 46, mentre quello più basso 6. L’altezza del punteggio era direttamente proporzionale all’intensità dell’influenza. La ricerca in questione riporta le influenze sullo stato positivo. Inoltre è stato creato un questionario di autovalutazione insieme a diversi sistemi di sviluppatori in modo tale da ottenere le misurazioni ottimali in merito alla qualità del lavoro svolto dai sistemi dei computer.

Il Quality of Work Questionnarie è costituito da una scala Like (1= per niente, 2= in qualche modo, 3=moderato, fino a 4=molto) per rispondere a domande riguardanti le fasi vitali della performance dei compiti assegnati. Questi compiti facenti parte del ciclo vitale si riferiscono anche a un sistema di sviluppo costituito da 5 fasi che aiutano nella creazione di un sistema informatico.

Le cinque fasi includono: analisi del sistema, creazione, sviluppo, implementazione e mantenimento. I partecipanti allo studio hanno monitorato la qualità del loro lavoro rispondendo a domande come: La soluzione era creativa? Effettiva? Hai provato un numero minore di blocchi mentali rispetto alla norma?

Alle risposte ottenute è stato poi assegnato un punteggio, è stata effettuata la somma e successivamente si è diviso tutto per 5 in modo tale da ottenere una media. Più alto era il punteggio, più alta risultava la qualità del lavoro svolto (i punti avevano un range oscillante dai 5 ai 20).

È stato inoltre aggiunta la domanda Time-on-Task (all’interno del questionario riguardante la qualità) per chiedere ai partecipanti se avessero completato il compito assegnato in meno tempo (punteggio 0) stessa quantità di tempo (punteggio 5) o se avessero sentito il bisogno di più tempo (punteggio 10), di quello previsto dai loro calcoli.

Risultati

Emozioni positive

Le risposte riguardanti le emozioni positive sono relativamente alte se si considera che il punteggio più alto è 11 (M= 7.27, SD =2.71). Per questa misurazione non c’è stato alcun gruppo di controllo con il quale poter effettuare la comparazione. I risultati hanno suggerito come gli sviluppatori, siano in media, un gruppo di partecipanti relativamente positivo.

Tempi di ascolto della musica

In merito al tempo giornaliero dedicato all’ascolto di musica e all’influenza della stessa sull’umore, si è riscontrato come più alto fosse l’umore positivo, maggiore tempo era il tempo dedicato all’ascolto di musica (r= .328, p < .05.)

Questo dato può anche essere interpretato con l’assioma: il tempo impiegato ad ascoltare musica è direttamente proporzionale all’umore positivo. Statisticamente è stato rivelato una correlazione negativa tra l’età e la musica ascoltata (p< .01), sintomo che più alta fosse l’età degli sviluppatori, minore il tempo impiegato nell’ascolto di musica. L’analisi di ciascuna delle software house ha rafforzato la teoria secondo la quale l’età dei lavoratori è collegata con la quantità di musica ascoltata.

Umore positivo

L’umore positivo è aumentato in ogni settimana di ascolto musicale (p< .05) L’aumento delle emozioni positive (2.08 punti) si è verificato nella quinta settimana (musica 3), nella settimana successiva alla settimana di non ascolto. Questi risultati dimostrano come gli sviluppatori abbiano tratto beneficio nelle emozioni positive provate durante l’ascolto di musica.

State Positive Affect

Livelli umore positivo si sono rivelati più alti nella terza settimana (M= 27.58) e più bassi nella quarta settimana, ovvero la settimana con assenza di musica (M= 25.50).

Un’analisi della variazione nei trend ha riportato un valore statisticamente significativo F(55,1) = 3.66, p < .05. Inoltre una post hoc analisi, il test Wilcoxon Matched –pairs SIgned-rank, ha indicato una differenza significativa a livello statistico tra la prima settimana di studio e la terza settimana (con musica) (p= .040); tra la terza settimana (musica) e la quarta (assenza di musica) (p=.004).

È emerso come l’ascolto di musica non porti beneficio solo al miglioramento dell’umore prima e dopo le sessioni di ascolto, ma anche su periodi di lunga durata

L’umore positivo è aumentato in maniera stabile nella terza settimana dello studio. Un’ulteriore prova a sostegno della teoria si ricava dal calo di umore degli sviluppatori in seguito alla rimozione della musica. Qualunque sia il grado di gradimento di un brano musicale, sembra come se agli sviluppatori manchi l’effetto prodotto dalla musica, e che recuperino beneficio non appena la musica è ripristinata. L’incremento dell’umore positivo, dallo stadio iniziale alla seconda settimana e successivamente alla terza, suggerisce che l’ascolto di musica gioca un ruolo positivo su qualunque tipo di fruitore. Perché dunque, ci si chiede, è presente un incremento dell’umore positivo su lungo termine, tenendo in considerazione che gli sviluppatori hanno conservato le loro abitudini musicali nella settimana iniziale? Inoltre anche quelli classificati come non fruitori di musica hanno tratto beneficio dall’ascolto.

Qualità del lavoro

La qualità del lavoro è stata più bassa nella quarta settimana, ovvero nella settimana senza musica. I punteggi relativi alla qualità del lavoro sono infatti diminuiti nella settimana senza ascolto di musica (M= 11.15). Un’analisi, volta a definire la variabilità dei trend, ha dimostrato un dato cubico significativo a livello statistico F(55,1) 0 6,32, p < .05.

La scoperta di un dato quadratico in opposizione, come illustrato dalle risposte in merito all’umore positivo può essere spiegata come segue: è stata ritrovata una sottile anormalità nelle risposte tra settimana iniziale e la seconda e terza settimana. L’ascolto della musica era presente nelle prime tre settimane dell’esperimento, c’è stato più consenso nella seconda e terza settimana (in quanto la libreria musicale era stata definita nelle aziende durante le settimane in questione).

L’effetto della musica d’ascolto tra la settimana iniziale e le settimane di ascolto si è rivelato esiguo in quanto molti sviluppatori hanno ascoltato la musica durante la settimana iniziale. Ad ogni modo, la condizione di assenza di musica forzata (durante la quarta settimana), come atteso, ha dimostrato una diminuzione dei punteggi con un picco in salita una volta ripristinata la musica. Nella quinta settimana un’analisi post hoc ha indicato una differenza statistica significativa tra la settimana iniziale e la quarta settimana (con assenza di musica) (p= .020).

La prova degli effetti generati dall’ascolto di musica si ritrova quando i valori ritornano ad avvicinarsi a quelli registrati durante la settimana iniziale, sebbene questa prova sia supportata da un esiguo cambiamento numerico.

Tempo di portata a termine dei compiti assegnati

Gli sviluppatori hanno impiegato più tempo nello svolgere le loro mansioni rispetto a quanto avevano previsto nella quarta settimana, (la settimana con assenza di musica) (M= 6.61) Un’analisi del grado di variabilità ha rivelato un trend significativo a livello statistico F( 5, 1) = 7.77, p> .05.

Sembra ci siano degli effetti significativi riguardanti gli effetti dell’ascolto di musica sullo svolgimento delle mansioni

Il Wilcoxon Matched-pairs Signed-rank test indica un effetto significativo a livello statistico tra la settimana iniziale e la quarta settimana (con assenza di musica) (p= .007); tra la seconda (con musica) e la quinta settimana (music ripristinata) (p= .041) tra la terza settimana (musica) e la quarta settimana (assenza di musica) (p = .048); tra la quarta settimana (assenza di musica) e la quinta settima (musica ripristinata) (p = .000).

Quando è stato interrotto l’ascolto di musica, durante la quarta settimana:

il tempo di svolgimento delle mansioni è aumentato in maniera significativa, come è stato dimostrato dal paragone della quarta settimana con la settimana iniziale, la terza (musica) e la quinta 5 (musica ripristinata).

Una differenza è stata riscontrata tra la seconda settimana (musica) e la quinta settimana, se consideriamo che la velocità nel portare a termini i compiti è risultata essere leggermente più alta durante la seconda settimana, e più bassa quando la musica è stata ripristinata durante la quinta settimana.

L’aumento della produttività nelle settimane con presenza di musica (2,3 e 5) è data dall’insieme di diverse risposte alla condizione musicale.

In generale si può affermare come:

l’umore sia positivo in presenza di musica piuttosto che in sua assenza, e che l’ascolto di musica potrebbe costituire uno stimolo durante la giornata lavorativa.

La performance migliore in termini di tempo si è verificata durante la quinta settimana (musica ripristinata). Questo dato può essere inteso come risultato di condizioni di musica e lavoro favorite.

Discussione

L’umore positivo è aumentato dal pre al post ascolto in ciascuna delle tre settimane di ascolto musicale (p > .01). Inoltre, i dati ottenuti hanno rivelato come l’umore, misurato durante l’arco delle cinque settimane, sia aumentato in maniera esponenziale dallo stadio iniziale alla prima e seconda settimana del periodo di ascolto musicale. È stato registrato un calo quando la musica è stata rimossa nella quarta settimana (assenza di musica) ma è aumentato nuovamente quando l’ascolto di musica è stato ripristinato nella quinta settimana.

Queste risposte relative all’umore positivo, entrambe del periodo precedente e successivo all’ascolto di musica, e sul lungo termine confermano la letteratura già presente in materia. Le emozioni positive, secondo queste teorie, aumentano, sia come risultato di un’esperienza estetica (Fiske, 1996), un’esperienza di picco (Sloboda, 1991) o semplicemente parte della vita di tutti i giorni (DeNora, 2001).

L’ipotesi generale evidenziata da quest’articolo è che la musica d’ascolto in alcuni ambienti di lavoro evoca degli stati positivi o dei lievi sentimenti positivi, che possono di conseguenza incrementare la produttività su compiti che richiedono un risultato creativo.

C’è tuttavia bisogno di ulteriori approfondimenti per verificare la suddetta teoria

Per esempio, può la musica creare degli effetti tenui positivi?

Esistono delle prove, al di fuori di questa ricerca, che rispondono in maniera positiva alla domanda nella maggior parte dei casi. Infatti, Sloboda e O’Neil (2001) affermano come l’ascolto giornaliero di musica raramente generi effetti negativi sulla positività (solo il 13% delle volte).

Inoltre, quelli che scelgono la musica per crogiolarsi nei problemi con l’intento di generare uno stato emozionale triste, sembra godano piacere nel provare emozioni negative (Apter, 2001). In altre parole, la tristezza è vissuta come una forma di piacere piuttosto che una condizione spiacevole. Ne consegue quindi che, anche quando scopo finale dell’ascolto di musica non è quello di generare sentimenti positivi, il risultato è pur sempre positivo.

Tra tutte le analisi sull’umore positivo effettuate in ogni azienda partecipante alla ricerca, le risposte di una in particolare si sono rivelate senza eguali

I partecipanti di questa azienda, definiti come il gruppo di ascolto musicale minore, non hanno mostrato un aumento significativo e positivo dell’umore sino alla terza settimana di ascolto musicale (settimana 5 nella struttura della ricerca).

Questo risultato era tuttavia inaspettato

È necessario del tempo affinché i soggetti non abituati all’ascolto di musica sul posto di lavoro possano trarre benefici dalla musica? La gente ha bisogno di tempo per comprendere l’influenza che essa svolge sulla propria persona. Ma in che modo si può sfruttare l’effetto della musica sul posto di lavoro? Questo sembra essere il caso di un nuovo fruitore scopertosi durante la ricerca. Egli ha affermato dopo la settimana con assenza di musica “Continuerò ad ascoltare musica a lavoro. Non ho mai ascoltato musica prima perché non ne sentivo il bisogno. Questa però è stata un’esperienza positiva”.

Qualità del lavoro e produttività in relazione al tempo

La prova che la musica abbia un effetto positivo sulla qualità del lavoro svolto è da ritrovarsi nel significativo trend quadratico ottenuto (p > .05). Sono stati riportati dei lievissimi cambiamenti nella qualità del lavoro svolto nell’arco delle cinque settimane, con i livelli più bassi registrati durante la settimana di non ascolto musicale, seguita da un incremento della performance durante la quinta settimana (musica ristabilita).

Ci si aspettava, tuttavia, solo lievi cambiamenti nella qualità del lavoro in quanto le software house prese in esame assumono collaboratori molto competenti con un alto livello di performance (il direttore della compagnia, e il personale addetto alla comunicazione, 2001). Nonostante i piccoli cambiamenti in questo ambito, i dati hanno suggerito l’ipotesi secondo la quale l’umore positivo possa aumentare l’abilità di relazionarsi e di integrare diversi materiali (Estrada et al., 1997; Isen, 1999; Isen et al., 1987; Thompson et al.,2001).

Questo dato si applica agli sviluppatori di software in quanto, in continuo bisogno di materiali diversi nell’ideazione e sviluppo di programmi operativi per computer.

Uno dei partecipanti ha così commentato: “L’ascolto di musica aiuta nel processo di rilassamento; aiuta nel superare i blocchi mentali perché scongiura una visione chiusa effetto tunnel”.

La musica influenza il cambiamento dell’umore e la percezione che si ha degli elementi a disposizione. Gli effetti che ne derivano, resilienti e affidabili, dello stato d’animo su i comportamenti cognitivi e sociali hanno implicazioni nelle impostazioni organizzative.

Ascoltare musica abbrevia il ciclo di vita delle mansioni da svolgere

Tutte le misurazioni comparate, registrate sull’utilizzo di musica d’ascolto hanno dimostrato che quando la musica era rimossa, il tempo utilizzato per portare al termine le mansioni previste era maggiore rispetto a quello previsto.

I soggetti si sono dimostrati più energici e più attenti agli stimoli percettivi e fisici in risposta all’ascolto musicale. Questo si è sincronizzato con la musica in relazione alle mansioni di lavoro e inoltre alla giornata lavorativa. I risultati hanno avvalorato studi precedenti riguardanti l’uso della musica durante lo svolgimento di compiti noiosi a lavoro.

Wokoun (1969) per esempio, ha dimostrato come i livelli di attenzione siano incrementati dall’ascolto della musica. Questo dato è stato dimostrato grazie alla creazione di un programma di musica realizzato per aumentare il tempo nei picchi di fatica. Da non dimenticare sono i dati risalenti alla Prima Guerra Mondiale, che dimostrano l’effetto calmante della musica sui compiti assegnati (Glossop, 1961).

La quantità di tempo che un individuo spende nell’ascoltare musica

Contrastando le teorie antecedenti questa ricerca, secondo le quali la quantità di musica ascoltata non genera nessuna differenza nell’umore (Oldham, 1995), lo studio in questione ha dimostrato una correlazione positiva, modesta ma pur sempre significativa (r = .328, p < .05), tra il tempo della musica d’ascolto e l’effetto positivo generato.

Questo risultato suggerisce come un invariato effetto positivo è in linea con l’ascolto di musica e può essere interpretato in due modi: gli individui con una disposizione alle emozioni positive tendono ad ascoltare musica durante il lavoro e gli stessi sono influenzati positivamente dall’ascolto musicale.

Di cosa è al corrente il gruppo di ascoltatori abituali che il gruppo di non ascoltatori non conosce? Molto probabilmente, questi soggetti sono in grado di riconoscere il proprio umore e quello necessario al contesto in cui stanno vivendo o al compito che è stato assegnato (DeNora, 2001).

Durante una conversazione informale, un project manager, nel privato un avido fruitore di musica, ha rivelato i brani musicali scelti per svolgere diverse mansioni e ha anche evidenziato come le sue scelte musicali incrementassero la sua produttività. Si è stabilito come i partecipanti, come il project manager in questione, fossero ben informati in materia musicale.

Ulteriori commenti degli sviluppatori hanno rivelato il processo cognitivo di questa conoscenza in materia. Esempi di commenti sono stati: “La musica crea una miglior condizione mentale, mi porta nel luogo dove voglio essere”. “La musica altera realmente il mondo che ti circonda e adatta alle circostanze il tuo umore”. “Se ti senti stanco puoi ascoltare musica in levare per ritornare in forza etc.”

Il personale IT può considerare la musica come un’affidabile e catartica via di fuga, teoria che può essere rafforzata dall’effettiva risposta generata dalla musica sui compiti svolti. Un dato rilevante per le software house è che gli impiegati possono provare la stessa risposta emozionale in seguito all’ascolto ripetuto di un brano musicale.

Differenze individuali

Sottogruppi di individui, come risultato di una specifica predisposizione personale, possono aver bisogno di esperienze di miglioramento dell’umore. Come i dati ricavati dallo studio di Lesiuk (1992) con i controllori di volo, i controllori estroversi sia con alti che con bassi livelli di ansietà, hanno provato una riduzione dell’ansia in condizioni di silenzio e di ascolto musicale.

Anche se i controllori di volo introversi con un alto livello di ansia non hanno sperimentato una riduzione dell’ ansia in entrambe le condizioni.

Come dimostrato da questa ricerca, l’ascolto duraturo di musica non è stato di beneficio solo nel miglioramento dell’umore ma anche nella predisposizione dei soggetti. Molti sviluppatori che ascoltavano abitualmente musica hanno deciso nella fase di recruiting di non partecipare, a causa della settimana di silenzio prevista dall’esperimento.

Nonostante l’ascolto cronico di musica di alcuni sviluppatori abbia svolto un ruolo tampone per gli altri fattori che portatori di stress.

Lehmann’s (1997) ha dimostrato come i soggetti con una formazione musicale maggiore siano andati incontro ad una risposta emozionale maggiore, questi dati vengono confermati dalla correlazione positiva evidenziata tra la musica d’ascolto e l’umore positivo.

Gli sviluppatori che ascoltavano una maggior quantità di musica, sono stati considerati più consapevoli dei partecipanti non abituati ad ascoltare musica e hanno riscontrato un maggiore beneficio emozionale.

In ultima analisi è stata ritrovata una correlazione significativa tra i sentimenti positivi positivo e l’elemento curiosità ( r= .482, p= .01). Questo dato è importante in quanto la curiosità risulta essenziale per gli sviluppatori ai quali si richiede continuamente uno sforzo creativo nell’ideare sistemi software per computer. L’ascolto di musica può essere considerato come un’opportunità per gli sviluppatori di raggiungere il livello di creatività massimo.

Sfide della ricerca

Non è stata scelta nessuna azienda come elemento di controllo della ricerca. Nonostante quest’ elemento fosse stato definito in sede di ideazione della ricerca, è risultato evidente come ogni azienda fosse unica nel suo genere. Ogni software house aveva una propria cultura di lavoro, motivo per il quale, un gruppo di controllo sarebbe servito solo come paragone con un’altra cultura di lavoro.

Non c’è stata alcuna guida d’ascolto ben precisa per gli sviluppatori

Gli sviluppatori potevano ascoltare qualsiasi tipo di musica durante le settimane in esame senza alcun suggerimento o linea guida, come se stessero ascoltando musica durante un giorno di lavoro qualunque. Per esempio se gli sviluppatori si sentivano apatici e bisognosi di energia, si sarebbe potuto optare per una canzone con ritmo veloce. Ad ogni modo, tenendo presente la natura esplorativa di questa ricerca, questa considerazione necessita un approfondimento nei prossimi studi.

Potrebbero anche essersi verificate delle domande specifiche. A causa della presenza dei self- report alcuni sviluppatori avrebbero anche potuto indovinare lo scopo ultimo del ricercatore. In ogni caso è più probabile che la richiesta di specifiche sia stata in realtà minimizzata e verosimilmente negata come risultato dell’approccio utilizzato dal ricercatore per ottenere i dati. La ricercatrice, infatti, ha affermato apertamente il suo interesse nei confronti degli effetti dell’ascolto musicale, qualunque essi fossero, e che era interessata nel comprendere l’ambiente di lavoro e la vita dei professionisti a lavoro. Grazie a questo approccio, i partecipanti sono stati più inclini a registrare pensieri ed emozioni relativi all’ascolto musicale, stress sul luogo di lavoro e anche sulla ricerca stessa.

Un’altra prova a conferma della esiguità delle richieste di specifiche la si può ritrovare nelle diverse risposte dovute alle variabili e alle diverse software house. Le aziende, infatti, sembra abbiano riportato risposte esplicative della propria cultura di lavoro. Infine, non sono state scelte aziende casuali come partecipanti all’esperimento, ma i direttori dell’azienda hanno manifestato il loro consenso nell’investigare la musica d’ascolto sul posto di lavoro perché corrispondeva all’etica dell’azienda stessa. In altre parole il permesso accordato di ascoltare musica durante il lavoro ha generato un contesto maturo per esperienze musicali soggettive.

La promozione dell’ascolto di musica sul luogo di lavoro

Quando l’ascolto di musica sul luogo di lavoro è incoraggiato dai direttori d’azienda e i lavoratori sono a loro volta favorevoli all’ascolto, la musica ha certamente un effetto positivo. È stato chiaro sin dall’inizio come in due delle quattro aziende, i project manager abbiano influenzato, o almeno supportato, l’utilizzo di musica da parte degli sviluppatori. Un project director ha anche utilizzato la musica nei suoi incarichi di programmazione e ideazione.

Un altro project manager ha dichiarato di avere, sulla sua postazione, una pila di CD e un paio di cuffie. Egli inoltre ha espresso apertamente l’utilizzo di musica durante la programmazione ed il suo interessamento nelle scoperte dello studio in questione. Ne consegue come in questi contesti, quando la musica viene rimossa, si riscontra un recesso psicologico legato a uno stimolo importante.

Gli sviluppatori hanno sperimentato gli effetti negativi della rimozione di un elemento divenuto ormai indispensabile e dal quale dipendevano. L’aspetto negativo è stato ritrovato nella diminuzione dell’umore positivo, una qualità di lavoro leggermente più bassa e un maggior tempo speso nel portare a termine le mansioni affidate rispetto a quello previsto.

Sono state riscontrate delle differenze legate all’età per quando riguarda l’ascolto della musica

Risultati referenziali hanno rivelato una correlazione significativamente negativa a livello statistico tra età e ascolto di musica (p > .05), più avanti con l’età è l ‘individuo, meno tempo impiega nell’ascolto di musica.

Nonostante la visione del lavoro individuale e la conseguente preferenza per la musica d’ascolto resti un importante quesito da risolvere, si dovrebbe incoraggiare l’ascolto di musica sul luogo di lavoro, anche per i gruppi che usualmente non ascoltano musica?

La prova schiacciante trasformatisi in risposta positiva alla suddetta domanda è da ricercarsi nelle risposte raccolte dalla terza azienda (C). L’azienda C era costituita da un gruppo di fruitori non abituali di musica. Lo stesso gruppo che stava attraversando un periodo di stress dovuto alle sfide della fusione.

La reazione iniziale del gruppo ha in realtà generato una diminuzione dell’umore positivo. Questo particolare dato non sarebbe stato utile in alcun tipo di contesto lavorativo, se non fosse che, entro l’ultima settimana dello studio (la terza settimana) gli sviluppatori hanno dimostrato un aumento dell’umore positivo. Bisogna ribadire che ci potrebbe essere una curva dovuta all’ascolto della musica.

Concludendo

La risposta del ricercatore alla domanda:

bisognerebbe incoraggiare l’ascolto di musica sul luogo di lavoro?

Riassumendo i risultati ottenuti è SI, se i lavoratori ascoltano la musica che più li aggrada quando desiderano.

Queste condizioni creano un effetto positivo sull’umore, sulla qualità di lavoro e sul tempo impiegato per portare a termine un compito.

Fonte:

http://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1177/0305735605050650

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