L’immagine è quella di un letto spoglio. Bello da vedere ma senza nessuno che lo vive
Così mi sono vissuto l’intero Salone del Mobile di Milano 2015. Non sono un architetto, un arredatore, né un designer d’interni. Lavoro con le emozioni e so come si creano. Come hanno origine, come si stimolano, come si alterano.
Da molti anni ormai la manifestazione milanese è un’occasione per notare le nuove tendenze e le innovazioni di arredo. Gli stand propongono oggetti belli e curati. Eleganti, di lusso ma visti e ripetuti in molti stand. Sembra che le esposizioni non finiscano mai. Ma sembra anche che siano sempre le stesse.
Dai press office si legge che la tendenza di quest’anno è quella di raccontare storie
Molti stand pensano alla possibilità di far vivere e condividere esperienze:
…visual e designer contemporanei si sono trasformati in storyteller. Creare atmosfere, raccontare storie, stimolare scenari immaginari che rimandano a luoghi, stili di vita, esperienze vissute e da vivere…
Non si riesce a concepire l’ambiente come luogo di esperienza unico, carico di valore emozionale
Come si può pensare ad un ambiente circondato da rumore e privo di suoni ? Visitatori urlanti al telefono, suonerie suonanti discutibili, schiamazzi diurni. La riuscita di un buon evento può sempre essere condizionata dalla musica, ma in questo caso siamo ben lontani dal fine ultimo che si può raggiungere. C’è da iniziare un lungo percorso per avvicinarsi all’uso consapevole di suoni e vibrazioni armoniche e ai benefici che tale cammino porta. Perché la musica e la luce sono composte di particelle, onde, vibrazioni.
La musica è la grande assente dell’evento
Invece di essere concepita come un linguaggio moderno, uno strumento innovativo per “raccontare storie”, l’esposizione sonora viene a mancare sia negli stand del mobile classico che in quelli del design moderno. Qualche accenno sonoro lo si può sentire nel salone extraluce, ma è appunto uno spiraglio di luce in un evento buio di suoni. Tetro e opacizzato da un silenzio, rotto soltanto dal rumore della folla che schiamazza.
La vera innovazione la si può notare solamente nei due saloni dedicati alla luce
Una luce che emoziona, scalda, arreda, stupisce…vibra. Interpreta e comprende pienamente il rapporto fra materiale e immateriale.
Se il modo di progettare la luce è profondamente cambiato, grazie anche al rapido sviluppo delle sorgenti e delle tecnologie basate sui led, non è così per i suoni. Ci sarebbero molte tecnologie esistenti che, come per la luce, disegnano l’ambiente con forme fisiche e vibrazioni emozionali. Per vivere la quotidianità o per accogliere ospiti e clienti nell’ambito ricettivo e professionale. Tuttavia, tali tecnologie vengono escluse sia nelle esposizioni che nelle progettazioni. Un vero peccato, emozionalmente parlando.
L’edizione 2015 non sembra destinata a lasciare il segno
Forse perché tutti si preparano all’expò. Forse perché è sempre più difficile trovare alternative originali. Soluzioni inedite.
Il 2015 è stato promosso dall’Unesco “Anno Internazionale della Luce” ed infatti la luce occupa un ruolo da protagonista. Speriamo che presto, venga promosso un “Anno Internazionale del suono”… forse sì, che ne sentiremo delle belle.
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