Molte realtà manageriali non utilizzano ancora i social media in modo appropriato
Quanti manager, imprenditori o semplicemente responsabili di piccole attività non considerano ancora l’utilizzo strategico dei suoni nella strategia di marketing?
Nell’articolo precedente abbiamo visto che cosa è il sound branding. Quali obiettivi si possono raggiungere, quali categorie riguarda, in che modo si applica. Con questo articolo invece entriamo nello specifico, esaminando un caso attuale, reale, fra i più moderni.
Emozionare…con i suoni
Ho terminato da poco, con un brand alberghiero fra più importanti del mondo il primo progetto nazionale che utilizza la condivisione di playlist come strumento di promozione dell’immagine aziendale. Un programma di comunicazione innovativo e attuale, che mira ad includere l’uso consapevole della musica nella strategia di marketing esistente, integrandovi il concetto di emozionalità.
L’obiettivo è quello di comunicare i valori del brand utilizzando la forza emozionale dei suoni e la modernità della condivisione virale. Per chi nella la musica cerca un aiuto per nuove strategie si aprono nuove prospettive: la condivisione di musica diventa la condivisione dei valori del brand.
La playlist come strumento di sound branding e di condivisione social
Abbiamo oggi a disposizione strumenti moderni, relativamente economici, che hanno la capacità di entrare nel cuore delle persone. In che modo? Emozionando. Un obiettivo sempre più ricercato dalle aziende per instaurare il rapporto brand-ospite\cliente. Perché la musica non riguarda soltanto l’ultima hit diffusa dalla radio, o il tormentone estivo. L’uso consapevole dei suoni è un argomento serio, studiato da molti anni dalle università di tutto il mondo.
La playlist diventa uno strumento di sound branding moderno, veloce ed estremamente potente. Eredita la funzione della brand compilation. Una doppia funzione adatta sia a seguire i clienti al di fuori del punto vendita, che a promuovere il marchio verso potenziali nuovi clienti.
Spotify, Deezer, Rdio, Apple
La nascita di realtà streaming come Spotify, Deezer, Rdio…e Beats Music (l’ultima arrivata in casa Apple dopo iTunes), ha aperto nuovi scenari rafforzando il concetto di non fisicità del supporto, eliminando il download e facendo forza sulla viralità della condivisione sui social media. Con questi presupposti, il brand ha a disposizione 20 milioni di canzoni, per trasmettere valori, rafforzare e promuovere la propria immagine con le emozioni. Il valore dei suoni non è tangibile ma oggi, più che mai, le emozioni dominano i comportamenti delle persone nel processo di vendita.
Qual è l’obiettivo ?
La creazione e condivisione di playlist favorisce diverse finalità riconducibili alla strategia di marketing esistente:
- stimolare nuovi e potenziali clienti:
la musica, mediante la condivisione e la promozione su media e social media (facebook, sito web, stampa e riviste di settore), esprime i valori del brand e diventa un mezzo di comunicazione moderno e carico di valore emozionale.
Uno strumento innovativo, virale e veloce, con il quale raggiungere e stimolare nuovi potenziali clienti, sul territorio locale, nazionale ed internazionale; - accompagnare ospiti e clienti:
la musica favorisce il benessere durante il passaggio e la permanenza nelle varie zone; stimolando il ricordo e colora i vari ambienti di connotazioni positive; - seguire ospiti e clienti (fidelizzazione):
la playlist diventa il souvenir che sostituisce il compact disc. Gli ospiti hanno la possibilità di riascoltare la colonna sonora che li ha accompagnati durante la cena in un ristorante, l’ acquisto in un punto vendita oppure la permanenza in un hotel.
Le sessioni accuratamente compilate hanno la finalità di rievocare il ricordo, favorendone il valore emozionale che, grazie al potere dei suoni, è diretto e potente; - creare valore emozionale nelle campagne di marketing come Ads (FB) o email marketing (direct marketing) con i link alle playlist di riferimento;
- promuovere un evento del brand anticipando, con l’ascolto, lo stile e le sonorità dell’evento stesso.
Un caso reale
Nel caso dell’hotel citato prima, l’ospite può sentire in streaming su Spotify, ovunque e in qualsiasi momento, un estratto della musica che l’ha accompagnato durante la sua permanenza, favorendogli il ricordo di quell’esperienza. Può inoltre condividere quella “playlist ” con le persone più care, che a loro volta potranno ripeterne la condivisione.
Dalla brand compilation alla brand playlist
Non essendo più necessarie la stampa, la distribuzione, le licenze ed il packaging, i costi della brand compilation, diventata brand playlist, si sono ridotti enormemente rispetto ad un’operazione simile fatta pochi anni fa con il compact disc.
Il linguaggio dei suoni
E’ evidente, che per progettare un processo simile, vi sia la necessità di avere un professionista che traduca con il linguaggio dei suoni i valori del brand, in modo coerente e consapevole, senza lasciarsi condizionare da gusti devianti. Un linguaggio che, grazie alle emozioni che solo la musica riesce a sucitare, arriva diretto al cuore delle persone.
Un linguaggio che, in alcuni casi, può valere più di 10, 100, 1000 parole.