Ogni brand ha il proprio suono
Il sound branding è un processo necessario per progettare il suono di un brand che lo renda unico, identificabile e distinguibile. Il sound design è il processo applicativo che lo esegue, traducendo i valori del brand in suoni. È così per una griffe di moda, per una marca automobilistica, per una catena di hotel, per un ristorante, per un centro benessere, per uno showroom, per un centro medico, per un centro sportivo…è così per una libreria.
Profumi e visioni
Adoro entrare in libreria. L’odore della carta stampata, gli scaffali colmi e ordinati, la visione colorata di così tanto materiale scritto da leggere, la consapevolezza che non basterebbero tre vite per apprendere tutto quello che si vorrebbe conoscere, imparare, ricordare.
La Feltrinelli
Quando posso mi reco in centro a Firenze dove c’è la storica libreria La Feltrinelli. Con un bel po’ di tempo da trascorrere mi rilasso. I toni pacati, le voci soffuse, i libri ordinati. La possibilità di prenderli, sfogliarli, sceglierli con mano, valgono di più di qualsiasi altro servizio on-line.
La Feltrinelli Express
Trovo molto intelligente anche la scelta di aprire le librerie nelle stazioni. Allietare l’attesa seduti a curiosare fra i vari argomenti ordinati negli espositori. Scegliere questo anziché quel libro, leggere l’ultima di copertina e l’indice seduti tranquillamente senza perdersi su what’s up col collo pesante e dolorante.
C’è solamente una cosa che in tutto questo stona: la musica
Alla Feltrinelli non si capisce chi la sceglie, come la sceglie e soprattutto perché sceglie quella determinata selezione fra le infinite possibili.
Forse perché l’estensione di linea della Feltrinelli prevede anche la vendita di musica. U2, Paolo Conte, Fabi Silvestri, Fiorella Mannoia, Jessy J, Eros Ramazzotti, Slipknot, Fedez, Radiohead, Disney Junior sono i 10 compact disc più venduti.
A volte rock, a volte classica, a volte pop, sembra che la scelta del programma da diffondere sia dettata più dalle classifiche interne dei cd venduti, che da un consapevole processo di sound branding e sound design.
È così per le persone, è così per i brand
È chiaro che se seguiamo le mode senza cercare una propria identità diventa difficile trovare la strada giusta da seguire.
Il sound branding progetta il suono di un brand. Il sound design lo esegue identificando il genere, il ritmo e lo stile che lo rendono unico. Il giusto canale di diffusione e il giusto volume lo rendono ascoltabile in un determinato ambiente e momento.
Non è difficile
Quando un ambiente è saturo di persone il volume deve essere necessariamente più alto di quando un ambiente è vuoto, perché la somma delle voci delle persone creeranno un rumore di fondo che copre la musica diffusa dagli altoparlanti.
È una legge fisica semplice da capire
Quando il volume è troppo alto diventa frastuono e crea nervosisimo, mentre se è troppo basso diventa brusio e genera fastidio perché non si comprende.Le persone lo percepiscono e vanno via più velocemente. È come quando parliamo con una persona che urla e dà fastidio o che parla a bassa voce e non comprendiamo quello che dice.
Un altro concetto semplice
Se voglio evocare l’eleganza non scelgo la musica metal. Se devo trasmettere energia e carisma non scelgo musica lenta e con accordi minori. Se voglio mettere d’accordo la maggior parte delle persone non utilizzerò neppure musica troppo conosciuta, che accontenta una parte e crea antipatia all’altra. Esiste una grossa discografia, provata e riprovata in luoghi e momenti differenti nel corso degli anni, che difficilmente crea astio e malumore.
Anche questo è un concetto semplice, basta saperlo.
Interior Sound Design
Mi sorprende il fatto che, chi dirige una realtà così importante per la distribuzione della cultura italiana come la Feltrinelli, non si renda conto che la musica diffusa all’interno di ciascuna struttura ha la stessa importanza delle luci, dello stile, degli arredi e della disposizione dei libri sugli scaffali.
Mi sorprende il fatto che queste strutture non siano coordinate da un sound designer che guidi il brand orientandolo verso una scelta consapevole della musica da diffondere.
Oggi tutto lo streaming sul territorio nazionale è regolamentato e può essere gestito in modo ottimale. Basta creare le giuste playlist e indirizzarle ad ogni punto di interesse. Compito delle singole strutture è solamente quello di adeguare gli aggiustamenti di volume necessari a seconda delle esigenze del momento.
Mi sorprende il fatto che un brand che possiede una Tv (laeffe) e un canale radio (Radio Feltrinelli) non utilizzi la musica come leva per la comunicazione e non abbia nessuna playlist da condividere sulla radio stessa, sul canale YouTube e sui canali social.
Che cosa dovrebbe fare un sound designer per La Feltrinelli ?
Un professionista consapevole di come si effettua l’attività di sound branding non può prescindere da questi step fondamentali:
- identificare i valori da trasmettere
- considerare la musica come parte integrante dell’intera esperienza (brand experience)
- considerare la musica come parte integrante della strategia di marketing e comunicazione
- identificare il mood, genere, suono, ritmo stile e tradurre i valori del brand con la musica
- creare la giusta strategia sonora con musica conosciuta\sconosciuta
- valutare la possibilità di inserire o meno spot e jingle pubblicitari
- scegliere il canale ottimale per la diffusione
- ottimizzare il volume e i punti di ascolto
- ottimizzare il follow up dei clienti utilizzando le playlist sulla radio e sui social (social media sound)
Talvolta il silenzio mette d’accordo tutti
Il sound branding progetta il suono di un brand, il sound design lo esegue. È un processo complesso se sappiamo come farlo, incomprensibile se ci affidiamo al caso. Non esiste chiamare l’amico che ha un account su Spotify, o il figlio dell’amico che mette 10 files in fila e si fa chiamare dj. I suoni vanno saputi utilizzare nel modo giusto e nel momento giusto, altrimenti meglio il silenzio.
Quando i volumi sono troppo alti o troppo bassi, quando la qualità del segnale audio è scadente, quando si sente male o a scatti, quando la scelta della musica non è appropriata…le persone percepiscono questo fastidio e se ne vanno.
Come quando la luce disturba o non si vede niente, c’è cattivo odore o troppo profumo, troppo caldo o troppo freddo, o come quando il cibo è troppo salato o troppo piccante…o semplicemente fa schifo, così vale anche per la musica! E la gente va via e compra su Amazon.
La musica è bella ma non tutta, non sempre in ogni luogo e momento.
Marco Solforetti