Stargate e topliner, viaggio all’interno delle major

stargate e topliner Ester Dean

Perché tante canzoni di successo si somigliano?

Che ci fossero dei meccanismi propri all’interno dell’industria discografica lo sapevamo. Di come funzionassero in realtà un po’ meno. Oggi dietro a una fetta ampia di hit musicali ci sono stargate e topliner. Forse è per questo che tante canzoni di successo si somigliano.

La maggior parte delle canzoni trasmesse dalle radio di grandi successi, le cosiddette top forty, sono frutto della collaborazione tra produttori come gli Stargate e autori di topline come Ester Dean. I produttori compongono le progressioni degli accordi, programmano i ritmi e arrangiano i suoni strumentali.

Nel 2009 sia Beyoncé sia Kelly Clarkson sono entrate in classifica (Beyoncé con Halo ad aprile e Clarkson con Already gone ad agosto) con canzoni create a partire dalla stessa base. Quando Clarkson ha sentito Halo e si è resa conto dell’accaduto, ha cercato di non fare uscire Already gone come singolo, temendo che il pubblico l’ accusasse di aver copiato Beyoncé, ma nessuno ci ha fatto caso. E Already gone è diventata una hit altrettanto popolare di Halo.

Ogni anno circa venticinque canzoni degli Stargate diventano un disco

Ogni anno gli Stargate collaborano con una ventina di topliner, creando qualcosa come ottanta demo, che vengono poi inviati alle major, agli agenti e infine agli artisti stessi per essere valutati.

I produttori sono quasi sempre maschi, i topliner spesso sono donne.

Il produttore dirige le sessioni di composizione ed è il direttore creativo della canzone, ma è il topliner a fornire la scintilla che permetterà al brano di diventare una hit.

I topliner creano gli elementi delle canzoni più in evidenza

Le linee melodiche, i testi, gli importantissimi hook, cioè i “ganci”, le frasi musicali orecchiabili che ti inchiodano alla canzone e i bridge, cioè i ponti fra le varie parti.

Direttamente dagli studi Roc the Mic di Manhattan , Ester Dean, autrice di canzoni e vocalist, passerà cinque giorni a scrivere canzoni. Con lei ci sono Aubry Delaine, il suo tecnico del suono, Tor Hermansen e Mikkel Eriksen, la coppia di autori/produttori norvegesi nota come Stargate. Scambia due chiacchiere con i produttori e dopo una decina di minuti è pronta per mettersi al lavoro.

Stargate e topliner

Tutte le canzoni prodotte ai Roc the Mic devono diventare hit

Nell’epoca in cui internet ha reso disponibile una varietà di generi musicali senza precedenti, il pubblico è sempre più affamato di hit.

Prima dell’arrivo di Dean in studio, gli Stargate hanno preparato decine di tracce, partendo da un’idea, di solito una progressione di accordi o un riff intorno a cui costruiscono una base, servendosi del repertorio di suoni e ritmi pre programmati di cui dispongono. Con Dean, l’obiettivo è completare una o due canzoni per sessione e che almeno una di queste diventi una super hit.
Le altre saranno archiviate alla voce “buone ma non abbastanza”.

Gli Stargate e Dean hanno davanti cinque giorni di sessioni per comporre

I tre decidono di scaldarsi con un pezzo usa e getta. I primi suoni che Dean emette non significano nulla ma che ricordano i suoi ganci per Rihanna. Poi passa a parole slegate, prese dalle sue liste, che intona con un timbro cupo e ringhiante. Se stesse scrivendo, nel senso tradizionale del termine, cioè cercando di inventare un testo intelligente e con un significato, le parole non si adatterebbero così perfettamente al ritmo.

Usare parole a caso sembra mettere in moto il suo talento melodico

Per ora quello che canta non contiene strofe né ritornelli distinguibili ma solo una serie di parti melodiche e ritmiche. La voce che sentiamo in regia è corretta con Auto-Tune, in modo che Dean possa concentrarsi sull’espressività, senza preoccuparsi di azzeccare tutte le note. Dopo vari minuti di suoni senza senso, la canzone comincia a prendere forma. In modo quasi impercettibile, le parole giuste si legano al ritmo, mentre dalla voce di Dean cominciano a emergere melodie e armonie.

Gli Stargate cominciano a dare ai gemiti di Dean la forma di una canzone tradizionale

Eriksen manovra il computer usando Pro Tools. l mixer a 64 canali dello studio, con la sua schiera di levette e luci, installato quando i Roc the Mic sono stati costruiti, appena cinque anni fa, giace inutilizzato come un reperto archeologico. Nel giro di venti minuti le parole ritmate di Dean sono organizzate in un’ intro, una strofa, un preritornello, un ritornello e una coda: manca solo il bridge.

Di solito ai bridge è riservato l’ultimo giorno di lavoro

Delaine, il tecnico del suono, che fino a questo momento non ha pronunciato una parola, si siede al computer e comincia a modulare elettronicamente la tonalità della voce di Dean. Lei rientra in cabina e aggiunge qualche altra parola. Una volta completato il gancio, Dean si mette a scrivere un paio di strofe. In meno di due ore hanno completato un demo.

Ha detto di recente Jay Brown, presidente dell’etichetta discograica Roc Nation e manager di Ester Dean:

“Ormai un gancio solo non basta più, ce ne devono essere uno nell’ intro, uno prima del ritornello, uno nel ritornello e uno nel bridge, la parte che lancia il ritornello. Il motivo è che quando la gente sente una canzone alla radio, ci mette in media sette secondi per decidere se cambiare canale. Bisogna agganciarla subito”.

Gli Stargate sono tra i pochi autori e produttori a cui le etichette discografiche si rivolgono quando hanno assolutamente bisogno di una hit per collocare un album sul mercato

Spesso sono contattati da manager discografici in preda al panico, una settimana o addirittura qualche giorno prima della masterizzazione di un album. “In un disco possono esserci due o tre singoli bomba o nemmeno uno”, spiega Hermansen.

“Sta proprio qui la differenza tra vendere cinque milioni di copie in tutto il mondo e fare un tour di ottanta date tutto esaurito, oppure vendere duecentomila copie e il tour non farlo proprio. È una differenza che vale qualcosa come venti milioni di dollari”.

 

Marco Solforetti

Fonte: Internazionale

 

 

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