Sound designer o produttore discografico?

SOUND DESIGNER e PRODUTTORE DISCOGRAFICO

Il sound designer traduce le idee con i suoni

Il sound designer, o progettista del suono, è una persona che svolge una professione legata all’ambiente del suono, alla sua creazione o modificazione per scopi di vario genere. Questa figura professionale, nata con l’avvento delle nuove tecnologie, compone musiche e suoni per diversi settori, come quello della televisione, della radio, del cinema, della pubblicità e del marketing, della discografia e dei videogiochi. Gli strumenti utilizzati includono il computer, il microfono, lo studio di registrazione, il mixer. (Wikipedia)

Il produttore discografico traduce le idee con i suoni

Il produttore discografico è una persona che nel corso della produzione di un disco ricopre diversi ruoli, tra i quali figurano la supervisione delle sessioni in studio di registrazione, la preparazione e la guida dei musicisti e la supervisione dei processi di mixaggio e masterizzazione.
Nella moderna musica elettronica il produttore è spesso la sola persona coinvolta nella creazione di una produzione musicale, ed è responsabile allo stesso tempo della scrittura, della realizzazione, della registrazione e dell’arrangiamento del materiale. Gli strumenti utilizzati includono il computer, il microfono, lo studio di registrazione, il mixer (ndr). (Wikipedia)

Il lavoro di produttore è sentire quello che un artista pensa

Ho recentemente letto su Internazionale un’intervista molto interessante sulla vita del produttore discografico Jimmy Iovine (tecnico del suono per Bruce Springsteen e John Lennon, poi produttore di Patti Smith, Tom Petty e U2) che  spiega il ruolo del produttore negli anni 80. Un ruolo fondamentale quando il “disco” aveva un significato ben preciso.

Lovine inizia l’intervista con una frase che mi ha fatto riflettere:

il lavoro di produttore è sentire quello che un artista pensa.

Percepire sia l’impatto del suono, sia il sentimento che ci sta dietro. Bisogna entrare nella testa dell’artista e aiutarlo a capire, perché spesso non riesce a spiegarsi…avevo una particolare sensibilità per l’ambiente dello studio. Ero abituato a far suonare bene le casse.

Roy Cicala, che era uno dei migliori tecnici del suono di allora, mi portò a Los Angeles per lavorare con John Lennon. Con John imparai a fare in modo che il gruppo si amalgamasse bene con il cantato. È così che porti a casa la registrazione buona, non il contrario. Non registri la musica per poi cantarci sopra. Su Rattle and Hum, non ho mai registrato una nota senza che ci fosse anche la voce di Bono. Non m’importava che avesse i testi delle canzoni. Volevo solo che ci fosse la sua voce, perché è la voce a determinare il momento in cui si connette tutto…

Nel 1998 Bono venne da me e disse: “con Pop abbiamo fatto una cazzata. Abbiamo perso importanza in Usa e dobbiamo assolutamente riguadagnarla. Farò un patto con te: non usciremo con il nuovo album fino a quando tu non ci dirai che abbiamo il vero singolo.” Quando mi fecero ascoltare Beautiful day dissi: ok, avete il vostro singolo…

Born to run invece fu una tortura da portare a termine, sembrava che non riuscissimo mai a ottenere esattamente quello che Bruce voleva. Il motivo era principalmente che neanche lui sapeva di preciso quello che voleva. Solo le chitarre di Thunder Road, per fare un esempio, ci hanno presero almeno 13 ore.”

La figura del produttore si è fermata, quella del sound designer si è evoluta

Come prima era impensabile accedere alla produzione discografica di alto livello senza un produttore con “gli attributi” e uno studio di registrazione professionale, oggi è impensabile nel mondo della pubblicità, del marketing, della comunicazione in generale, che i suoni vengano gestiti da figure prive di esperienze e competenze nel campo del sound design e del sound branding. Le strategie sonore per raggiungere scopi specifici, come ad esempio la creazione di un audio logo, la sonorizzazione di un evento (sfilata, vernissage), la creazione di momenti emozionali durante la presentazione del brand, richiedono una formazione specifica che abbraccia campi confinanti e non con quello della musica.

Molte delle pubblicità trasmesse in Tv vengono affidate ai suoni di abili sound designer

Negli anni passati il produttore era la mente che riusciva a far raggiungere il successo di una determinata band o di un determinato artista (e quindi della casa discografica di riferimento).
Oggi il sound designer è colui che favorisce la comunicazione di successo di un determinato brand: valori, immagine, momenti emozionali, percezione del valore. Il pubblicitario, evoluto nella figura del responsabile della comunicazione o dell’ufficio marketing, chiama il sound designer, e solo dopo attente valutazioni (valori da trasmettere, emozioni, stati d’animo, canali di diffusione, modalità di ascolto) si procede con il lavoro di sonorizzazione:

  • comporre la musica “ad hoc”
  • cercare la musica all’interno della discografia esistente
  • remixare una canzone
  • costruire il mood per un evento
  • sonorizzare un video
  • creare un audio logo
  • inventare una playlist emozionale
  • suscitare emozioni durante una presentazione

Il lavoro del sound  designer è sentire quello che un brand, un evento, un ambiente pensa

Il sound designer è in grado di progettare e gestire la spazializzazione del suono in ambienti chiusi e aperti; di dar vita ai valori di un brand, comunicandoli al mondo con i suoni; di dipingere un evento colorandolo con i suoni più opportuni.

Il sound designer, così come il produttore, deve tradurre valori, pensieri, idee con i suoni, realizzando melodie, armonie e momenti emozionali che richiamino esperienze memorabili ad ogni singolo ascolto.

Per far ciò, sono necessarie competenze in ambito musicale, tecnologico, scientifico, acustico, conditi conoscenze di psicologia, comunicazione, marketing e una buona dose di curiosità, creatività, adattamento e pensiero laterale.

Marco Solforetti

Tailor Music musica su misura

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