Studi differenti concordano sul fatto che la musica induce benessere, condizione alla quale è strettamente legata

Imparare la musica e suonare uno strumento permettono di ottenere dei vantaggi nelle capacità di apprendimento, rafforzare la memoria verbale e rallentare l’invecchiamento.

Secondo uno studio pubblicato nel 2003 dalla rivista “Neuropsychology“, i bambini che hanno ricevuto un’istruzione musicale presentano una memoria verbale significativamente migliore di quelli che non l’hanno ricevuta.

Più a lungo studiamo musica meglio funziona la memoria

Gli autori concordano che anche pochi anni di istruzione musicale possono migliorare la memoria verbale, a causa di una maggiore riorganizzazione corticale nella regione temporale sinistra. In altre parole, lo studio della musica stimola la parte sinistra del cervello, la stessa area che gestisce funzioni come l’apprendimento verbale.

Università di Hong Kong

Gli psicologi dell’Università Cinese di Hong Kong hanno studiato 90 ragazzi fra i sei e i quindici anni di età. Metà di questi avevano seguito lezioni di musica in quanto membri dell’orchestra d’archi della loro scuola, oltre che lezioni di musica classica con strumenti occidentali, per un periodo da uno a cinque anni. Gli altri 45 erano compagni di scuola privi di istruzione musicale.

I ricercatori, guidati da Agnes S. Chan, hanno sottoposto i bambini a esercizi di memoria verbale per vedere quante parole erano in grado di ricordare da una lista e a esercizi di memoria visiva, simili ai precedenti ma con immagini al posto delle parole.

Effetti sulla memoria

Gli studenti che avevano seguito le lezioni di musica erano in grado di ricordare un numero di parole significativamente superiore agli altri. L’effetto era tanto maggiore quanto più lunga era la durata degli studi musicali sostenuti. Per quello che riguarda la memoria visiva, invece, non si è osservata alcuna differenza sostanziale.

musica e memoria

Northwestern University

Una ricerca relativamente recente, del 2011, ha mostrato che l’educazione musicale protratta per tutto l’arco della vita consente di rallentare e arginare anche il declino di alcune facoltà che solitamente si manifesta con l’invecchiamento. Nina Kraus, direttrice dell’Auditory Neuroscience Laboratory della Northwestern University e co-autrice di uno studio pubblicato su PLoS One, ci spiega quanto segue:

“La consuetudine a suonare uno strumento mostra di conferire dei vantaggi in almeno due importanti funzioni che declinano con l’età: la memoria e la capacità di ascoltare il parlato in presenza di un rumore di fondo. La difficoltà di capire il parlato in presenza di rumore è fra le più diffuse lamentele degli anziani, ma la perdita di capacità uditiva legata all’età dà conto solo parzialmente di questa difficoltà che può condurre all’isolamento sociale e alla depressione. E’ ben noto che persone con pressoché lo stesso profilo uditivo possono differire in maniera drastica quanto a capacità di distinguere il parlato in presenza di rumore. Le prestazioni neurali che abbiamo osservato nelle persone addestrate alla musica non riguardano solamente un effetto di ‘amplificazione’ dei suoni. Il fatto di suonare musica consente soprattutto di affinare la capacità di estrarre gli schemi più significativi, fra cui il suono del proprio strumento, le armonie e i ritmi, da un paesaggio sonoro anche molto complesso.”

Per capire le ragioni di questa differenza, i ricercatori hanno sottoposto un test a 18 musicisti e 19 non musicisti di età compresa fra i 45 e i 65 anni, valutandone la capacità di distinguere il parlato con rumore, la memoria di lavoro uditiva, quella visiva e i tempi di elaborazione cerebrale uditiva.

Memoria verbale

I musicisti, che avevano iniziato a suonare uno strumento in media intorno ai 9 anni e continuando per tutta la vita, hanno avuto risultati migliori. Come per l’altro studio, per quanto riguarda la memoria di lavoro visiva le prestazioni erano pressoché uguali, mentre migliorava sensibilmente quella verbale riconducibile ai suoni delle parole.

Conclusioni

Purtroppo, ce ne vorranno ancora molti di studi, nonché della divulgazione dei medesimi, per diffondere un’informazione corretta e mirata. L’educazione all’ascolto e la possibilità di far imparare i bambini a suonare uno strumento dovrebbe essere una condizione necessaria in tutte le scuole, a differenza di quello che invece succede, di quello che la realtà ci mostra, e cioè di una scuola insensibile a questa forma di linguaggio, composto da note e suoni, che diminuisce o elimina del tutto la possibilità di sviluppare delle capacità musicali fin dalla prima infanzia.

Marco Solforetti

Fonti: American Psychological Association

Yim-Chi Ho, Mei-Chun Cheung,

Agnes S. Chan, Music Training Improves Verbal but Not Visual Memory: Cross-Sectional and Longitudinal Explorations in Children. Neuropsychology, Vol. 17, No. 3 (2003).

The Chinese University of Hong Kong

Le Scienze 20\05\2011

Le Scienze 31\07\2001

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c.commons

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