Facevo l’avvocato, però mi piaceva capire che cosa sarebbe potuto succedere con le onde sonore e la vigna di Brunello che mi apprestavo a fare.

La vendemmia è giunta al termine. L’estate pazza e mite non ha aiutato i viticoltori. Al contrario, ha messo in serio rischio la fatica e l’investimento di un anno intero e quello del 2014 rischia di essere il raccolto d’uva più scarso dal 1950. Proprio in questi giorni, mentre leggevo alcuni resoconti, statistiche e previsioni, ho piacevolmente ripreso in mano un libro letto 3 anni fa. Piacevole, scorrevole, frutto di un’ intuizione geniale. L’autore  è Carlo Cignozzi, un avvocato affermato che ad un certo punto della sua esistenza, rimane colpito da un’esperienza mistica con uno sciamano brasiliano. Abbandona il foro e si trasferisce a Montalcino, dove inizia una nuova vita partendo da un’idea: gli orientali, che sono i migliori osservatori della natura, hanno detto che la musica e le frequenze sonore possono aiutare la natura a crescere meglio. Ed anche i monaci francesi, con le loro ricerche e osservazioni, già nel medioevo avevano notato che mettendo la stalla vicino al coro dove si esibivano i canti gregoriani, le mucche di quelle stalle producevano più latte e di una qualità migliore….

Inizialmente, ho notato da solo che con le prime casse musicali, messe negli angoli dei filari, c’era una vita migliore; il metabolismo era accelerato e c’erano dei processi fisiologici migliorativi. Successivamente ho iniziato a collaborare con il grande professore Mancuso dell’Università di Firenze e con il professor Luchi, dell’Università di Pisa. Nel giro di pochi anni abbiamo capito che le frequenze sonore, così come la luce, riescono a dare una vita ed un metabolismo migliorativo a tutta la pianta. Il mio progetto si chiama “biosonorità” e studia sia gli effetti delle onde sonore sulla vite che  gli effetti del suono sugli insetti che volano in vigna.

Il primo aspetto, seguito dall’Università di Firenze, cura gli aspetti fisiologici e chimici della vite sotto stress sonoro. Come nella medicina il suono può contribuire a curare o alleviare le sofferenze di una persona aumentando la sua gioia di vivere, così anche nel mondo vegetale il suono può accrescere vitalità e vigore, in special modo sulla vite, pianta tra le più complesse e misteriose. L’uva viene coccolata dalle sinfonie di Mozart che risuonano ininterrottamente giorno e notte, tramite una cinquantina di diffusori, fra i filari. Nelle vigne trattate con la musica si registra una crescita più vigorosa e sana della pianta, con un aumento dell’apparato fogliare e dei frutti, nonché una maturazione precoce dei grappoli.

I risultati sono fenomenali, in quanto per ciò che riguarda la pianta ci siamo resi conto che le onde sonore, la musica classica, le basse frequenze e le vibrazioni, stimolano dentro la pianta un maggiore scambio di ioni di potassio e calcio tra le cellule.

Il secondo, curato dall’Università di Pisa, si focalizza sulla protezione che il suono dà alla vite e all’uva nei confronti dell’attacco degli insetti e dei predatori. Si è osservata una protezione dagli attacchi dei parassiti, cosa che consente di ridurre al minimo i consueti trattamenti antiparassitari. Mettendo diverse trappole nei vigneti sia nelle piante, nei punti dove c’è il suono e dove non c’è il suono,  gli insetti utili restano in vigna (sono quelli importanti per l’impollinazione di tutte le piante). Gli insetti dannosi, invece, se ne vanno via, in particolare modo le cicaline, che sono quelle che causano una malattia molto importante, cioè la flavescenza dorata.

Abbiamo la possibilità di non trattare la pianta contro questa malattia e quindi anche in questo caso si hanno grappoli più sani e un vino sicuramente più sano e naturale. Noi che siamo una azienda biologica possiamo ridurre di più del 50% le dosi di rame e di zolfo che diamo in vigna per i trattamenti, e la pianta comunque è stimolata anche a lavorare di più e quindi a produrre di più, e ad anticipare l’epoca di maturazione, che è molto importante, perché così andiamo a vendemmiare in periodi più tranquilli, senza il rischio di piogge, di muffe, di umidità. Ridurre la quantità di Rame e di Zolfo in Vigna vuole dire anche avere un terreno più sano, falde acquifere più sane, ma anche poi un grappolo e un vino più sano.

Il vino che ascolta Mozart Come mai la musica allontana questi insetti? Perché questi comunicano tra maschio e femmina con vibrazioni del proprio corpo sulla pianta. Le onde sonore emesse dalle nostre casse fanno sì che mandino in confusione questi insetti, non si riconoscono più, il maschio non trova più la femmina, quindi se ne vanno in posti più tranquilli per comunicare.

Io non sono uno scienziato, però credo che la musica sia una componente talmente importante per la nostra vita che coinvolgere anche le piante e gli animali non sia una cosa sbagliata. Anzi. è una cosa utile. Mi auguro solo che questa metodologia – che è stata premiata anche dalle Nazioni Unite nel 2011 e ci ha inserito nei 100 progetti più eco-sostenibili del mondo – possa partire orgogliosamente dalla Toscana, da Montalcino, per investire anche tutti gli altri posti dove c’è agricoltura e viticoltura, per arrivare a uno scopo: uccidere OGM e chimica! Se le frequenze possono fare quello che fa la chimica con i suoi effetti devastanti e gli OGM, saremo tutti felici.

Marco Solforetti

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2 Responses
  1. Pietrantonio Michele

    Salve sono da poco tempo pensionato sono al’estero circa cinquantanni ho anche io un piccolo vigneto in Romagna lo gestisco in sieme con mia moglie ,ho sentito da un pò di tempo ( ca. 10 anni ) questo fatto della musica e già allora mi ha interessato vorrei saperne un pò di più, e come procurarmi sistemi radiofonici per dilaguare con materiali appositi per lèsterno musica. Vi ringrazio distinti Saluti Michele

    Scusate il mio Italiano

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