regole sound branding

Progettare il suono di un brand è un’attività che richiede professionisti in grado di trasferire ai suoni l’identità di un marchio

Il sound branding costruisce l’identità sonora di un brand. E’ in grado di modellare l’esperienza emotiva associata ad un marchio, definendone i valori, mantenendone il ricordo.

è un mezzo per emozionare, coinvolgere, convincere…è uno strumento di comunicazione potente per trasmettere un messaggio guidato dalla memoria del suono…

Il suono può arrivare a destinazione anche ad occhi chiusi, ecco 10 regole fondamentali

  1. Considerare la musica come parte integrante dell’intera esperienza

    La musica è oggi motivo di eccellenza in molti settori. E’ un importante strumento competitivo per sviluppare e promuovere il processo di brand experience.  L’uso corretto della musica crea un valore aggiunto, aiutando a diversificare il servizio e distinguere il prodotto offerto.

    Non sono più solo i prodotti o servizi che determinano se il consumatore apprezza o no un marchio.

  2. Definire come suona il brand

    In che modo deve suonare il brand? La musica è il linguaggio delle emozioni,  un mezzo per connettere emotivamente clienti, ospiti e consumatori. Qual è il profilo che vogliamo riflettere con la musica?

    Il suono del brand deve mandare un messaggio chiaro e rispecchiare l’esperienza che si vuole creare.

  3. Definire il target d’ascolto

    Può accompagnare un ospite differenziando i diversi ambienti e momenti di un hotel, un cliente durante un processo di acquisto oppure può migliorare le prestazioni lavorative dei dipendenti mantenendo l’ambiente più confortevole.

    E’ sempre importante chiedersi per chi e perché viene trasmessa la musica.

  4. Considerare la funzione evocativa della musica

    Se trasmettiamo musica d’ambiente o di sottofondo ci dobbiamo chiedere se è meglio trasmettere musica conosciuta o non conosciuta. La musica conosciuta innesca un processo di memorizzazione, a scapito però dell’attenzione che si dedica al servizio primario.

    Dobbiamo sempre chiederci qual è il nostro obiettivo, quali emozioni vogliamo evocare e con quali associazioni.

  5. La musica giusta al momento giusto

    E’ opportuno distinguere e scandire i diversi ritmi della giornata con una sequenza studiata “ad hoc” oppure è il caso di lasciare costante e lineare la successione di ritmi e suoni?

    E’ necessario definire se il target d’ascolto necessita di una programmazione suddivisa in momenti o se viceversa è importante non alterare mai il mood lasciando un ascolto costante e senza flessioni.

  6. Valutare la possibilità di una brand radio

    Centri commerciali, supermercati ed alcune tipologie di negozi, possono trarre beneficio a trasmettere  spot e jingle migliorando la comunicazione delle offerte e promozioni, di aumentare le vendite giornaliere.

    Progettare una web radio dedicata al brand consente di programmare “ad hoc” messaggi commerciali durante l’intero palinsesto.

  7. Ottimizzare i punti di ascolto

    In che modo viene trasmessa la musica? Quali caratteristiche hanno i diffusori? Il segnale sonoro proviene da una sorgente unica oppure è diversificato? Ogni zona è amplificata in modo indipendente? Ottimizzare l’ascolto aiuta a capire quando un impianto audio è idoneo per una giusta diffusione oppure se è il caso di aggiungere nuovi punti di ascolto, nuove sorgenti o sostituire il materiale obsoleto.

    Avere a disposizione la giusta selezione di musica diventa inutile se l’ascolto non è piacevole.

  8. Ottimizzare il volume

    Il volume troppo alto genera ansia. Se non si riesce a parlare e si blocca la conversazione le persone tendono ad allontanarsi e considerano questo evento in modo modo negativo. Al contrario, il volume è troppo basso causa frustrazione, perché non si comprende quello che viene percepito come uno stimolo sonoroIl livello del volume è soggetto a variazioni più o meno sensibili, spesso relazionabili alla presenza delle persone che generano un rumore di fondo.

    L’attenzione al “giusto volume” è un presupposto necessario a completare le condizioni per un piacevole ascolto.

  9. Richiedere la giusta licenza

    Una particolare attenzione riguarda l’ottimizzazione di costi e benefici per le licenze di diffusione della musica in pubblici esercizi. Siae e Scf non sono più gli unici enti che rilasciano le licenze per la diffusione di musica.
    Esistono nuovi music providers che gestiscono artisti non famosi  e sono un’interessante alternativa per chi vuole trasmettere la musica sconosciuta.

    Questa soluzione, spesso più economica rispetto a quella degli enti tradizionali, è accreditata dalle nuove teorie perché non confonde le idee a ospiti e clienti.

  10. Consultare i professionisti

    La professionalità è una qualità indispensabile. Ogni settore è ricco di figure altamente qualificate, in grado di trovare soluzioni ai problemi oppure ideare nuovi progetti, schemi e modalità di sviluppo.

    Se siete incerti su un argomento così delicato come il sound branding chiamate un professionista, che nella maggior parte dei casi vi farà risparmiare tempo e denaro.

Marco Solforetti

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