Non è facile svegliarsi alle 8 dopo essere andati a letto alle 6. Talvolta il lavoro manca, altre volte invece ci sono due impegni, entrambi importanti, che si susseguono con un margine di tempo limite. La sveglia suona dopo due ore, due misere ore di sonno. Mi sveglio di soprassalto pensando già alla sera, momento in cui già immagino di ritornare nella stessa posizione, nel mio caso felicemente prono. Quando il lavoro chiama devo esser pronto e prepararmi per il meglio. E quando a chiamare è il Four Seasons, devo prepararmi ancora meglio.
Avere accanto Arcangelo mi mette sempre una certa tranquillità. Veloce, puntuale, efficiente. Lo chiamo sig. Wolf, il personaggio che in Pulp Fiction riesce a risolvere un problema assai arduo. Non riesco a stargli dietro. E’ molto più alto di me e cammina veloce…ho rinunciato a rincorrerlo. Arriva sempre prima e soprattutto non aspetta. Mi devo occupare solo della musica, al resto ci pensa lui.
Domenica 21 Settembre l’Hotel Four Seasons di Firenze, ospitava “Il Giardino del Benessere“. Un open day per il corpo e la mente immerso nello splendido giardino della Gerardesca, messo a disposizione, per l’occasione, di ospiti e clienti esterni. Fitness, beauty e seminari per una giornata all’insegna del relax, della cura della persona e dell’informazione.
La musica per un evento del genere è di fondamentale importanza. Diventa un vero e proprio tappeto sonoro, un’alchimia di suoni che accompagnano gli ospiti durante tutto il percorso. Il lavoro di sonorizzazione era stato organizzato suddividendo il Giardino in varie zone dedicate. Vari punti di ascolto più una postazione all’accoglienza dei visitatori. Una vera e propria installazione sonora, dove la musica d’ambiente, diffusa nel verde, diventava parte integrante del concetto di benessere. Una mostra d’arte arricchiva l’evento di spessore artistico, con sculture visionarie che stimolavano l’immaginazione di tutti i presenti, .
L’obiettivo che mi ero posto considerava 5 sorgenti indipendenti ed interconesse. Il principio è quello delle connessioni neuronali. Un punto di ascolto confinava necessariamente con un altro. Allontanandoci da un punto ecco che si percepiva l’altro. La miscela di questi suoni permetteva di passare lungo i vari ambienti, ascoltando la miscela di musiche simili ma differenti. Quando in una zona suonava musica minimamente ritmata ecco che nelle zone circostanti vibravano armonie senza ritmo. E viceversa.
Colori, profumi,suoni, si fondevano in un contesto già di per sé considerevole, decorandolo con stimoli eterei percepibili nell’aria. L’atmosfera era incantevole. Era un piacere camminare in mezzo al verde. Osservare le facce distese e rilassate delle persone. Grandi e piccini, che incuriositi e compiaciuti facevano tesoro di questa giornata di benessere.
Carlo Collodi parlava del paese dei balocchi, una metafora simpatica, visionaria, surreale…quello era “Il Giardino del Benessere”, realtà nel cuore di Firenze.
Marco Solforetti